MESSINA. “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”: questo è quello che accade quando un gruppo di amici speciali, con la speciale attitudine all’ arte e a far festa, dà forza al sentire comune, tra affinità e diversità, per dare forma e sostanza a quel bisogno impellente di esprimersi e sprigionare energie. E’ sempre stato tutto dentro di loro, ed hanno sempre fatto di tutto per renderlo possibile. Essere amici da sempre, conoscersi, scontrarsi e riacchiapparsi, li ha portati nel tempo ad essere una fonte inesauribile di idee, che a volte restavano solo tali, altre, invece, venivano messe nero su bianco. Ed è proprio così che, tra incalzanti input, volontà comune, e soprattutto reciproca fiducia, arriva mercoledì 1 Giugno 2022, alle ore 20.00, al Cortile Segreto la live experience “Ritrarti”, ovvero il secondo appuntamento di “Incontrarti” a cura del Collettivo Festa Nera. Non un semplice spettacolo, ma un vero abbraccio di colori e suoni, un vortice di musica e live performance, in cui essere totalmente risucchiati, e che sfocerà in una grande festa, andando a coinvolgere attivamente anima e corpo di tutti i presenti. I ragazzi del Collettivo, giovani menti creative e sognatrici, uniranno ancora una volta quello che è il loro pane quotidiano, ovvero l’arte in tutte le sue massime forme, ed il loro essere particolarmente bravi a far festa, con l’intento non solo di dare vita ad un atto creativo, tramite una ponte eruzione ed un forte scambio di energie e vibrazioni, ma di essere linfa vitale di un vero e proprio rito, che dunque non resti fine a se stesso, e che vada a coinvolgere il pubblico, gli spazi e l’ intera città, dimostrando che quando si parla di bellezza tutto è possibile. Parole d’ ordine estemporaneità e sperimentalità, tutto è portata di mano, non esistono limiti espressivi ed ideologici. Ci si nutre dell’energia del momento per dare respiro e tracciare i connotati di un attacco d’ arte, che sottintende molto di più, e che rappresenta un vero punto d’ incontro in cui ci si possa conoscere, riconoscere, e vedendosi uguali, sentirsi e riscoprirsi parte di una grande comunità. Da qui anche la scelta del nome “Festa Nera”, ispirato ad un pezzo di di Fabio Concato, che arriva all’ ascolto del collettivo, al momento giusto ed al posto giusto, grazie ad un amico amante del cantautorato vintage, e che nei versi “io da solo, finalmente capisco cos’ è la comunità” ne rappresenta una parte dell’essenza. In una città come Messina, slegata e spesso distratta, che tende ad accartocciarsi sempre di più in se stessa e nei suoi limiti, ci vuole veramente tutto il la coraggio e la nobiltà d’ animo, ed anche un po’ di quella affascinante lucida follia, che è intrinseca al Collettivo Festa Nera per far sì che si ricominci ad avere, tutti insieme, cura per la meraviglia.

“Nasciamo amici, che si vedono quotidianamente e che, dunque, condividono tante cose nel quotidiano, soprattutto tantissime idee, idee che ci fanno a poco a poco avvicinare anche al nostro settore di competenza già solo in base poi alla proposta che portiamo avanti. Il progetto Festa Nera nasce dalla sicura e netta necessità di esprimersi in altri termini, artisticamente ed in modo creativo, calando il tutto in una atmosfera di festa, dato che abbiamo capito nell’ arco di tutti questi anni in cui ci frequentiamo, che siamo molto bravi a fare festa, ma che siamo anche molto bravi ad esprimerci creativamente ed artisticamente ognuno per come sa, e che soprattutto siamo una fucina di idee continue che lanciamo e che troppe volte poi restano nell’ aria o prendono vita solo tra di noi. Adesso grazie alla totale ospitalità e fiducia di Sergio Occhino, non solo una di queste si concretizza ma è a disposizione di tutti. Abbiamo l’esigenza di dire quello che vogliamo, come lo vogliamo, aprendoci il più possibile e cercando di comunicare in modo netto e chiaro che una cosa del genere si può fare” spiega il Collettivo “parte tutto da un idea guida e da quella si va avanti, tramite una elaborazione ed una contaminazione vicendevole. Ogni volta che qualcuno da un input l’altro risponde e lo fa crescere, ed è così che l’idea di base diventa sempre più spessa e prende una forma sempre più definita. La potenza del collettivo sta esattamente nella contaminazione, si sposa la causa e poi la si fa crescere tutti insieme. Il nostro intento non è quello di dedicarci ai luoghi di convivio e basta, ma di allargare tutto questo alle piazze, alle strade, alla citta, agli spazi che si prestano da nord a sud di Messina, anche alle case private che condividono la nostra causa. Lo spazio è importante per progettare quello che si vuole fare in quello spazio, l’idea ti viene grazie allo spazio che attraversi: ci sentiamo a casa e cerchiamo di esprimere noi stessi. Basta pensare all’ immagine del contenuto e contenitore: è nel momento in cui le due cose vanno a coincidere che c’ è un dialogo. E quindi il popolo e la sua città, un gruppo di amici ed il luogo in cui queste idee fioriscono, è proprio nel momento in cui il significato ed il significante coincidono, il contenuto e l’estetica, di quello che noi vogliamo portare avanti coincidono, ci ritroviamo davanti a dove volevamo arrivare. E l’obiettivo finale è fare in modo che questa cosa risuoni sempre di più allargandosi a macchia d olio. Vederci, riunirci, stare insieme e far nascere cose belle da un sentire bello. La festa è sostanzialmente il veicolo, è l’humus delle energie che ti porti. Perché durante la festa, soprattutto una festa che ruota intorno ad un fulcro, si vengono a creare energie forti e potenti che ti porti dietro, e che sarebbero incompiute se restassero confinate solo dentro la festa. Facendole uscire non facciamo altro che unire il nostro pane quotidiano che è l’arte, dato che ci occupiamo tutti di una forma d’arte, con il nostro archetipo che è la festa, e con tutto ciò che ci ispira nel quotidiano dando vita ad un momento di scambio di pura energia, di gioia, di divertimento, di amore, di vita. Un rito. Così facendo, potenzialmente nel mondo, siamo tutti artisti, bisogna accettare questa cosa di se.”

La serata di domani, dunque, vedrà protagonisti tanti piccoli tasselli che non esisterebbero se non ne esistesse il totale, un totale fatto da singole parti che riescono ad esprimersi e dare il meglio di sé fondendosi tra loro, in un gioco continuo di maieutica e di stimoli in crescendo, che raggiungerà la sua massima sublimazione sfociando in una grande festa. Un vero e proprio incontro, tra le arti e tra le parti, tra loro, noi stessi e gli altri: gambe e braccia che si intrecciano, occhi e bocche che si sfiorano, pensieri che si uniscono, tecniche che si incrociano, pennelli e sequenze visual che si attraversano, suoni e rumori che investono, risuonerà tutto come una grande guida alla scoperta di un viaggio orgasmico. Il momento artistico non sarà altro che un percorso, una “rampa di lancio” per arrivare alla festa, festa per l’individuo e dell’individuo nella coralità più assoluta. Ci sarà un Live Painting curato a da MaCa e Ari, al live sound Zag+Morgan, la live performace sarà affidata a Carlos Mambo+ La Lok, al Dj set Turki e Colorado Guizzanti ai visuals. Il tutto verrà strutturato in modo tale da occupare una posizione centrale che vada ad inglobare il più possibile l’attenzione degli spettatori, portandoli a prenderne parte in modo attivo. Un piccolo passo per partecipare, ad esempio, è quello di portare con sé una fototessera da donare al Dott. Colorado Guizzanti per entrare a far parte del suo esperimento visivo, il resto è tutto da scoprire.

Incontrarti è un format che ci siamo ritrovati a fare per la seconda volta, il contenuto è Ritrarti, il prossimo potrà essere un’altra cosa, i nostri contenuti cambiano di volta in volta, sono sempre in divenire e saranno sempre figli di questo tempo e non solo. Incontrarti non un semplice incontro tra le arti, non è assolutamente un fatto autoreferenziale, è un incontro tra di noi mirato a coinvolgere, a far capire che tutti sono in grado di poterlo fare. L’ intento è quello di unire le arti e gli arti intesi come gambe e braccia, in un incontro tra noi stessi ed il pubblico. L’ estemporaneità è la chiave fondamentale. Ci aspettiamo che gli altri sentano la necessità di quel momento, proprio come la sentiamo noi” racconta il Collettivo Festa Nera “dobbiamo essere bravi ad incontrarci ed interagire. Ricordiamo che coinvolgere attivamente il pubblico è tra i nostri intenti principali, non immaginiamo un attacco d’ arte che sia rivolto solo a se stesso. Useremo un linguaggio diretto e non solo, con cui vorremmo andare a stimolare la coscienza di chi assiste, educare ed abituare il pubblico ad un certo tipo di espressività, ad un linguaggio metaforico, immaginifico e sognate, per arrivare, con un lavoro costante nel tempo, ad una continuità ed unità di intenti. E’ fondamentale riconoscersi e riconoscere l’altro, poiché l’individuo è comunità.”

Quello che succederà può essere definito ed al tempo stesso totalmente imprevedibile, può essere etero o stretto in una mano, apparentemente disconnesso ma totalmente in sintonia con l’universo, ed il bello è che può avere la leggerezza di risposte no sense ma racchiudere in sé profonde ed illuminanti verità. Come una carezza inaspettata, di cui non sai di avere bisogno, quando in realtà ne hai tanto bisogno. E ti fa stare bene.

In un momento in cui ci stiamo riabituando, dopo un lungo e speriamo sempre più risolto periodo di Pandemia, ad un sensazione in realtà innata e primordiale come quella del contatto, del toccarsi reciproco, di tutti quei gesti spontanei che prima ci venivano così naturali ma che poi sono diventati così forzatamente controllati, in un momento in cui gli orrori di guerre passate si rimaterializzano in carne ed ossa, in una città in cui molto spesso ti senti soffocare e senza possibilità, in un realtà fatta di caos calmo in cui tutto sembra così terribilmente statico, il Collettivo Festa Nera entra a gamba tesa a ricordarci di non dimenticare mai che la bellezza è l’ unica cosa che potrà salvare il mondo, e che nell’ attesa, una serata in loro compagnia, sicuramente, potrà salvare te.

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