MESSINA. Torna in libertà il pensionato di 70 anni che era finito ai domiciliari con l’accusa di essere il responsabile del vasto incendio che il 9 luglio dell’anno scorso devastò le colline dall’Annunziata fino al Papardo, arrivando a lambire alcune abitazioni. Il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza del gip che aveva disposto gli arresti domiciliari per l’anziano. La procura gli ha contestato il disastro ambientale aggravato, un reato che per la prima volta era stato contestato in Sicilia. Adesso i giudici del Riesame hanno annullato il provvedimento cautelare rimettendo il pensionato in libertà ed accogliendo il ricorso dei  suoi avvocati.

L’indagine dei carabinieri, confluita nell’operazione “Efesto” scattata Il 21 luglio scorso a distanza di circa un anno, aveva concluso che l’incendio era partito nella zona a monte del torrente San Michele da un terreno privato. Si era scoperto che il giorno prima l’anziano aveva fatto dei lavori di scerbatura su dei roveti che infestavano i confini di un fondo di sua proprietà.  A completare il quadro degli indizi anche le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e sopralluoghi effettuati anche con gli uomini del corpo forestale per ricostruire il percorso fatto dal fuoco.

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