MESSINA. Secondo uno studio dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS), la Sicilia  tra le regioni italiane nella quale si registrano maggiori di sintomi della depressione tra gli over 65. L’indagine, che raccoglie i dati di Passi d’Argento (dedicati integralmente ai pazienti anziani), rappresenta un incidenza media del 19,4% di sintomi depressivi tra la popolazione anziana: un valore che risulta sia essere maggiore di ben 8,9 punti percentuali rispetto alla media nazionale del 10,4% sia essere cresciuto rispetto all’ultima rilevazione avvenuta nel quadriennio 2016-2019. Le altre regioni che presentano elevati tassi di sintomi depressivi nella popolazione anziana sono l’Umbria (18,8%), Sardegna (17,2%), Liguria (14,9%). In coda alla classifica, invece, ci sono Toscana (3,5%), Bolzano (5,7%), Calabria (6,3%). Lo studio presenta, inoltre, altri importanti dati relativi ai soggetti che hanno sintomi depressivi, dai quali risulta che solamente il 63,4% chiede aiuto. Anche in questo caso si tratta di un valore al di sotto della media nazionale del 73,3%. L’ISS riporta, ulteriormente, che sull’Isola chi ha presentato al momento dell’intervista sintomi della depressione ha vissuto nel mese precedente circa: 20 giorni in cattiva salute fisica (contro la risposta dei 3 giorni di chi non ha alcun sintomo), 22 giorni in cattiva salute psichica e 19 con limitazioni delle attività. Come si presenta la patologia? «Il disturbo depressivo maggiore si presenta con tono dell’umore particolarmente basso per un periodo lungo – riporta la ricerca dell’Istituto – sofferenza psicologica, fatica nel prendersi cura del proprio aspetto e della propria igiene, riduzione e peggioramento delle relazioni sociali, tendenza all’isolamento, peggioramento del rendimento difficoltà sul lavoro. I sintomi più frequenti sono: stato d’animo di tristezza, abbattimento; perdita di piacere e interesse; cambiamenti nell’appetito; disturbi del sonno; agitazione, irrequietezza o al contrario rallentamento; riduzione dell’energia, facile stanchezza e spossatezza; senso di valere poco, senso di colpa eccessivo; difficoltà di concentrazione, incapacità di pensare lucidamente; pensiero ricorrente che non vale la pena di vivere o pensieri di morte e di suicidio.» Ma perché è importante tenere conto dei sintomi depressivi sulla popolazione anziana? L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la depressione uno dei quattro “giganti” della geriatria. Secondo vari studi, nel 2030, la patologia sarà tra la più “onerosa”  in termini di spesa sanitaria.  «In particolare, oltre i 65 anni di età, si associa a disabilità, aumento della mortalità ed esiti di salute sfavorevoli. – dichiara l’ISS- Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale di sanità (Oms), rispetto ad altre fasce d’età è maggiore la proporzione di ultra 64enni che si suicidano (in Italia, 1/3 dei suicidi), nella parte dei casi, si tratta di persone affette da depressione maggiore.» «La depressione tra le persone anziane è, dunque, un problema di salute rilevante, che si associa ad angoscia e sofferenza e può portare al deteriorarsi delle funzioni fisiche, mentali e delle relazioni sociali. La presenza di sintomi depressivi fa peggiorare il decorso e complica il trattamento delle malattie croniche, provoca l’aumento del ricorso a visite mediche e al Pronto Soccorso, ma anche del consumo di farmaci e della durata dei ricoveri ospedalieri.»

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