MESSINA. Si sono presentati in 795 per quarantasei posti, al concorso tempo determinato per due anni, per un posto da vigile urbano al comune di Messina. La preselezione per accedere alla prova scritta del 9 dicembre l’hanno passata in 186, ma potrebbero essere pronti a partire i ricorsi, perchè la prima prova per la selezione dei nuovi agenti è stata un caos.

E’ quanto raccontano alcuni dei partecipanti, inviperiti per la disorganizzazione e l’improvvisazione che, a loro avviso, potrebbe aver falsato il risultato della preselettiva. Come è andata la faccenda? La prova si è svolta alla facoltà di ingegneria. Come da comunicazioni ufficiali il concorso avrebbe dovuto avere inizio alle ore 15:00 (entro le 14.30 tutti i candidati dovevano essere presenti). “Riusciamo a fare il nostro ingresso con non poche difficoltà, con un migliaio di persone ammassate su una porta, alle ore 14.50 circa, e io ero tra i primi in fila”, racconta uno dei partecipanti: tutti i candidati riescono a sedersi nelle apposite aule intorno alle 15.45. Da allora fino alle 17.00 non vi è alcuna notizia in merito all’inizio del test.

Ma non è solo il mancato rispetto degli orari, mancanza tutto sommato trascurabile. Ogni candidato poteva scegliere autonomamente il suo posto: “dove trovate un foglio libero potete sedervi ci dicevano”, racconta un altro candidato, “ciò significa che due “amici” possono sedersi tranquillamente uno accanto all’altro”, continua. Alle 17.15 circa viene richiesto ad un candidato a caso di estrarre il quesito. Le buste con i quesiti (uguali per tutti) arrivano intorno alle 17.40, da quest’ora fino alle 17.55 (quando avrà inizio il test) è un continuo contare, tra i responsabili, le buste da distribuire.

Quindi l’accusa: “Buste che arrivano già tutte aperte, cosa assolutamente assurda, in tutti i concorsi tali buste devono essere assolutamente sigillate, ma si va avanti nonostante qualche protesta che non viene verbalizzata (almeno nella nostra aula), e si procede”, racconta il candidato, che continua col racconto: “A quel punto è il caos, quando si comincia è una caciara dall’inizio alla fine, io riuscivo a parlare con chi sedeva accanto a me e con chi mi era seduto davanti, ed ognuno dei partecipanti è riuscito a scambiare qualche domanda con i vicini di posto”.

Non è la sola bizzarria della prova: “Siamo informati che i requisiti per la partecipazione al concorso sarebbero stati verificati solo nel caso in cui si fosse superata la prova preselettiva: ciò significa, come è successo, che chiunque poteva partecipare al concorso e quindi portare con se il genitore o l’amico ferrato nelle materie richieste, e visti i modi in cui ci si è potuti consultare con i vicini mi sembra abbastanza ovvio che parecchie persone abbiano avuto la possibilità di agire in malafede”.

Il risultato? Alcuni dei non ammessi alla prova scritta stanno valutando la possibilità di fare ricorso.

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