Quando si analizzano i dati economici sulla città di Messina balzano subito agli occhi due peculiarità: dai dati diffusi dal Ministero dell’Economia relativi all’imponibile 2017, (quindi ai redditi del 2016) a Messina vi è un reddito medio di 19.460 euro. Dunque Messina sarebbe il comune capoluogo, in Sicilia, in cui si guadagna di più seguito subito dopo da Palermo.

Il secondo dato che colpisce è, nello stesso tempo, una elevata incidenza di giovani fuori dal mercato del lavoro (i cosiddetti Neet, persone che non studiano né lavorano) rispetto alle città del Nord, mentre il fenomeno è più contenuto rispetto alle altre città metropolitane siciliane e a Napoli  [dal Rapporto “La città in cifre” del Servizio Statistica del Comune di Messina con dati al 31 dicembre 2017].

Lasciando l’analisi quantitativa dei dati e andando su una analisi qualitativa, l’osservazione comune evidenzia una città caratterizzata dalla prevalenza di lavoro dipendente (soprattutto pubblico). Da qui il dato del reddito medio che viene fuori dalla analisi del Ministero dell’Economia.

La cosa che si evidenzia però agli occhi e alle orecchie (soprattutto di chi viene da fuori Italia) è una più o meno forte rassegnazione con l’attesa che qualcuno o qualcosa possa migliorare la situazione. La tendenza ad un pessimismo eccessivo (molto diverso dal realismo), per la verità, caratterizza un po’ tutta l’Italia in questo periodo storico.

Ma il pessimismo paralizzante, la negatività e la rassegnazione sono dei grandi nemici del cambiamento delle situazioni e per la risoluzione dei problemi. Il grande Martin Luther King affermava: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. 

I grandi saggi della antichità affermavano che i veri e solidi cambiamenti non sono esterni ma iniziano solo dentro le persone (nella loro interiorità, nella loro psicologia). Per cambiare “il fuori”, devi prima cambiare “il dentro”… Dunque per Messina (come per tante altre realtà) la soluzione è una soluzione latu sensu culturale. Occorre favorire una crescita delle attività culturali e artistiche nella città. L’arte e la cultura fanno crescere le persone, è un dato di fatto, le fanno evolvere, cambiare, e confrontare con nuove e diverse realtà. E dovrebbero essere proprio i singoli cittadini e in primis i giovani ad impegnarsi per promuoverle senza aspettare l’intervento pubblico. Come disse il grande John Kennedy il 20 gennaio 1961 nel suo discorso di insediamento a Presidente degli Stati Uniti: “Non chiedete cosa può fare il vostro Paese per voi, ma chiedetevi cosa voi potete fare per il vostro Paese”.

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Totò
Totò
27 Giugno 2019 14:28

“Ora ti battemu i manu (‘nta facci)”. Figghioli la banalitá di questo pezzo è sconcertante.

Pluto
Pluto
27 Giugno 2019 19:17

Sono d’accordo ma per fare cultura serve un minimo di cultura perche se metti un libro davanti ad una pecora sembrerà che legge ma non cambierà la sua cultura.
A Messina per 25anni e più grazie al clientelismo si è preferito dare lavoro alla gentaglia che alle persone per bene che invece sono partite, è inutile aspettarsi civiltà da sta gente, abbiamo quello che ci meritiamo.

Domenica Giliberto
Domenica Giliberto
28 Giugno 2019 11:19

“I grandi saggi della antichitá affermavano…” Chi? quando? e in che termini? Complessitá ridotte a slogan pubblicitario, Dottor Bignami delle Citazioni, complimenti. Per l’impudenza del suo pressappochismo.