MESSINA. Si effettua la scerbatura, ma non si raccoglie la spazzatura celata dalle erbacce. Si pulisce dalle piante infestanti parte dell’area di pertinenza, ma si lascia “intonso” il resto. È un intervento di bonifica “a metà” quello effettuato nella zona di nessuno a cavallo di due aree del Comune: la porzione di cortile tra il Giardino Corallo e il dipartimento all’Urbanistica, cioè l’ex Convitto Dante Alighieri.

Di recente, si è intervenuti nell’area “a verde” di via Santa Maria dell’Arco che divide l’arena Corallo e l’ex istituto d’arte, in una perpendicolare del viale della Libertà, giusto di fronte alla Fiera.

Entrambe le aree sono di proprietà del Comune, che appena qualche mese fa ha rivendicato il possesso del Giardino Corallo, dato in precedenza in gestione al Teatro Vittorio Emanuele prima del passo indietro e della relativa revoca.  Il paradosso di Palazzo Zanca che non riesce nemmeno a tenere pulite le “sue” aree, è mostrato nelle immagini in basso: malgrado siano state rimosse parte delle erbacce  (ma solo nel tratto di via Santa Maria dell’arco, perchè dal lato del viale della Libertà l’erba cresce incontrastata), a insozzare il suolo sono rimaste le bottiglie, i cartoni, la plastica e perfino interi sacchi della spazzatura accumulati nel tempo e rimasti lì dopo la scerbatura, insieme alle foglie e rami di albero, ormai secchi, e anch’essi mai tolti dopo essere stati tagliati.

 

 

 

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