MESSINA. Qualche spicciolo meno di mezzo milione di euro dalla vendita di sei immobili, tutti “ex” qualcosa, da dismettere, piazzare sul mercato e sperare che interessino a qualcuno. E’ una parte del piano di dismissioni del comune di Messina, per come è stato elaborato dalla Patrimonio Spa, la partecipata che si occupa di censire, valorizzare e monetizzare il patrimonio immobiliare del comune di Messina. Di che immobili si tratta? Quattro fabbricati e due terreni: due una volta erano scuole, una a Molino e una a Gesso, nei pressi dell’ex stazione, valutate dalla partecipata rispettivamente poco più di 58mila euro la prima e quasi 24mila la seconda, ma per entrambe, stranamente, la destinazione urbanistica è E1, cioè “area a prevalente destinazione agricola (bosco, pascoli e terreni incolti)”. Poi c’è l’ex caserma della Guardia di Finanza di Spartà, a 52mila euro (in zona edificabile con parametri urbanistici “di completamento”), ma soprattutto un fabbricato a due elevazioni a Giampilieri, che una volta era una delle stazioni del tram: il suo valore, secondo Palazzo Zanca, è di 109mila euro (e catalogazione urbanistica come immobile di pregio storico, monumentale o ambientale). I pezzi pregiati sono invece i due terreni. Non tanto il primo, un relitto tra via Pietro Castelli e Orto botanico da 27mila euro (edificabile con catalogazione a metà come zona “satura” e di recupero “a prevalente presenza di edilizia degradata”), ma il centralissimo appezzamento dietro la via XXIV maggio e via Rocca Guelfonia da ben 230mila euro, in via “salita destra verginelle”, con catastazione come “area urbana di interesse ambientale”

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