MESSINA. «La troupe di “Toto Modo TV” era a Castanea per un servizio e dopo le riprese mattutine, prima che si facesse l’orario dell’apertura del presepe, ci siamo spostati in un vicolo disabitato, lontano dai rumori, in prossimità della piazza principale. La cameramen perlustra la zona per posizionare il cavalletto quando in un cortile seminascosto si manifesta una meravigliosa scoperta: un blocco monolitico, un architrave, con tre nitide croci scolpite». Così Giovanni Quartarone, residente del villaggio di Castanea (conosciuto anche per il ruolo di Erode durante il Presepe Vivente), racconta la recente scoperta (a fine gennaio) di altri sigilli dei cavalieri Templari nel villaggio di Castanea, facendo salire il bottino di simboli riferiti all’ordine medievale.
«La visione di quel reperto mi catapulta nel lontano 1992 quando il compianto architetto Sandro Costa, socio della neonata associazione Giovanna d’Arco, nel consegnare alla nostra memoria luoghi insoliti, edifici di interesse storico (artistico, cisterne, palmenti etc.) – prosegue Quartarone – ci mostrò in un vicolo di Via Oreto, poco più avanti dell’abitazione della signora Nicolina Arena, un altro blocco monolitico giacente a terra con tre “strane croci” che da allora fino a oggi si svelano a noi in vari quartieri di Castanea: tre in Via Oreto, una nel porticato di Via Trieste, una in Via Piazzicella, cinque sui portali della chiesa di San Giovanni, quattro nel Vicoletto di Via IV Novembre e infine una a Massa San Giorgio in prossimità della “Badia”» .
«Fabrizio Bartoli nel suo volume “Simbolismo Templare”, (Edizioni Nisroch, 2018), scrive così: “Il Simbolo fondamentale dei Templari è la Croce Patente […] e forse la croce più utilizzata è la Croce Celeste costruita solamente con l’uso di cerchi uguali senza l’uso della squadra” – cita lo studioso e residente di Castanea – Le croci presenti a Castanea e a Massa San Giorgio sono identiche a quelle raffigurate nel libro rilevate in Scozia nella Chiesa di Linlithgow, nella Crossraguel Abbey, nella Chiesa di San Bartolomeo a Calci (Pisa), nella grotta di Ricotti, Camerano (An)».
«Questa tipologia di croce definita anche Cosmica (La Croce Templare Cosmica) è realizzata esclusivamente da quattro circonferenze uguali, inglobate in un cerchio – spiega Quartarone – Adoperando i quarti di circonferenza si ottengono 8 archi (siamo nella dualità) che creano 4 motivi a onda che uniti formano un Fiore a 4 petali, il simbolo dei quattro elementi: il tetramorfo. Ogni petalo, inoltre, raffigura anche l’essenza dei Quattro Esseri Viventi dell’Apocalisse simboli anche dei Quattro evangelisti (Uomo, Aquila, Toro e Leone)».
«Quei due blocchi di Via Oreto e Vico IV Novembre sono pressappoco delle stesse dimensioni (180x55x52 cm.). Quest’ultimo era posto all’ingresso di un antico frantoio, di cui nessuno ricorda l’attività, e che conserva una grossa pietra e un macchinario in legno, imponente, non datato. A pochi metri da questa eccezionale scoperta, sopra la chiave di volta di un arco apparentemente rinascimentale, si trova inglobata una singola croce latina (30×20 cm.) identica all’altra rinvenuta e documentata oltre venti anni fa in via Piazzicella, prima che ignoti la coprissero con del cemento – conclude – Nelle due croci al centro in un tondo, sopra il monogramma Cristico, è scolpita dentro a un cerchio la croce Patente, Celeste, Cosmica vessillo univoco dei poveri soldati di Cristo».