MESSINA. “A Mortelle sul litorale tirrenico di Messina continua ad andare in onda una rappresentazione orrorifica. Una vasta porzione del territorio del litorale è occupata da una concessione demaniale che, però, non viene utilizzata. Una struttura come il grande Hotel delle Palme del lido di Mortelle, che per tanti anni ha reso famosa Messina, da tempo versa in uno stato di totale abbandono”. Lo dice la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino.
“Ero ancora assessore – continua Musolino – quando venne aggiudicata questa concessione a una società che prometteva di fare un grande intervento di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione (QUI TUTTA LA STORIA, IL PROGETTO E I PROTAGONISTI). Insomma un progetto faraonico che è rimasto tale solo sulla carta, mentre nella realtà permane una situazione di grandissimo degrado e di pericolo per la pubblica incolumità. Di fronte a tutto questo c’è un’amministrazione che resta inerte. Qualche tempo fa è stata fatta un’ordinanza sindacale che imponeva alla società di provvedere a eliminare gli stati di pericolo. Ma la stampa adesso ci racconta che è stata messa una rete bianco e blu e questa forse è l’unica cosa estiva che vedremo sul litorale di Mortelle per la prossima estate.
Visto che il sindaco spesso mi accusa di attaccarlo e di non avere proposte, allora voglio dargli un suggerimento concreto. Basile sappia che esiste un dipartimento regionale Territorio e Ambiente che si occupa delle concessioni demaniali e che esiste una norma che prevede che se un concessionario non provvede a utilizzare l’area oggetto della concessione, questa può essere anche revocata.
Allora invito il Sindaco ad andare a Palermo a parlare con chi di competenza come feci io anni fa per l’area ex Sea Flight e ottenere la liberazione di questo litorale da una concessione che non solo non è utilizzata ma che ha sostanzialmente impedito ai cittadini di accedere al mare per tutta la sua estensione e che continua a rappresentare una situazione di grave degrado che finisce per danneggiare tutta la zona.
Limitarsi ad emettere una ordinanza senza poi,
quando non viene ottemperata da chi di dovere, dare seguito ai provvedimenti necessari, è peggio che non emettere alcun provvedimento perché è la prova che l’autorità cittadina non viene riconosciuta come tale.
Se ancora l’amministrazione comunale non lo ha compreso, c’è una città che ha bisogno di essere amministrata e che attende risposte a problemi concreti e cogenti e non si può accontentare di frasi contraddittorie come ‘l’acqua conforme ma non potabile’, o alibi risibili come le cose disegnate che non corrispondono alla realtà dei luoghi. Chi sa fare il Sindaco lo faccia, chi non lo sa fare lo ammetta e vada a casa” conclude.