MESSINA. L’immediata sospensione di ogni azione militare verso la popolazione civile e le infrastrutture civili, per la cessazione delle ostilità e per la definizione negoziata di una pace stabile e duratura fra Russia e Ucraina sono al centro della lettera inviata dalla Piccola Comunità Nuovi Orizzonti di Messina all’ambasciatore Russo in Italia. L’associazione ha chiesto all’ambasciatore di adoperarsi in modo attivo per porre fine al conflitto.

Di seguito la lettera integrale:

Egregio Signor Ambasciatore, questo appello Le giunge dalla Piccola Comunità Nuovi Orizzonti di Messina, da venticinque anni impegnata in un percorso di formazione individuale e comunitaria aperta al territorio e ispirata alla fede cristiana. 

Come Le è noto, in questo momento circa dieci milioni di cittadini ucraini vivono una situazione di grave sofferenza dovuta alla quasi totale indisponibilità di energia elettrica, gas e acqua, a causa dei danni provocati dai missili lanciati quotidianamente dall’esercito della Federazione Russa sul territorio ucraino, che si abbattono sulle infrastrutture e sui centri abitati, non risparmiando nemmeno gli ospedali. 

Le condizioni di vita della popolazione civile sono rese ancor più difficili dalle temperature rigide che, con l’inverno ormai incipiente, peggioreranno ulteriormente. Oltre a ciò, non appare superfluo ricordare che il conflitto in corso ha già provocato in nove mesi la perdita complessiva di circa duecentocinquantamila vite umane.

Confidando nella Sua sensibilità e pur rendendoci conto della estrema difficoltà che gli attuali rapporti fra la Federazione Russa e la Repubblica Ucraina comportano, Le chiediamo pertanto di volere adoperarsi presso il Governo della Federazione Russa affinchè cessino in primo luogo tutte le azioni militari dirette a colpire obiettivi civili.

Le chiediamo altresì un ulteriore impegno presso il Suo Governo affinchè si giunga al più presto a un cessate il fuoco bilaterale e si intavolino trattative per una pace giusta e duratura, che ponga finalmente termine allo spargimento di sangue fra due popoli storicamente fratelli e per di più accomunati dalla stessa fede nel Vangelo di Cristo. 

 

 

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