Nuovo stop per i lavori di messa in sicurezza della frana di Letojanni. Ad aggiungersi alle lungaggini adesso anche l’esito dell’ultima operazione della Dia di Messina e Catania, che lo scorso 12 aprile ha svelato un sistema collaudato di incentivi progettuali che andavano ad ingrossare gli stipendi degli impiegati del Consorzio autostrade a fronte di lavori di cui non esiste alcuna traccia. Sistema per cui sono stati sospesi 12 dei 57 dipendenti indagati, tra cui il progettista della messa in sicurezza della frana sulla Messina – Catania, Alfonso Schepisi.

Niente progettista, niente lavori. Il direttore generale, Salvatore Pirrone, ha chiesto adesso alla protezione civile regionale di nominarne un altro, fino ad allora di nuovo tutto fermo per la frana che ha invaso l’A18 nell’ottobre del 2015. Schepisi ha subito nell’ambito dell’operazione della Dia il sequestro di somme per equipollente, l’ingegnere del Cas aveva percepito incentivi progettuali per l’ammontare di 24 mila euro nel 2012 e di ben 114 mila nel 2013. Tra questi anche i lavori di stabilizzazione della frana a ridosso dello svincolo di Brolo, un lavoro firmato 9 novembre 2012 per il quale Schepisi ha percepito come incentivo, cioè un surplus sullo stipendio di 14 mila euro, lavoro che però non risulta essere stato mai fatto. “Da quando ci sono io, cioè dal 2015, gli incentivi sono stati tutti bloccati”, rassicura Pirrone. E continua: “Le sospensioni le abbiamo attivate adesso perché soltanto adesso potevamo farlo a fronte di un intervento giudiziario nei confronti dei dipendenti ma c’eravamo già assicurati che il sistema di incentivi fosse bloccato”. 

Sono in tutto 57 gli indagati nell’operazione coordinata dalla procura di Messina, su un totale di 85 impiegati nella sede di contrada Scoppo. 

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