MESSINA. Cateno De Luca torna “scateno” per un giorno, sfoderando pure la maglietta, come accadeva per le occasioni speciali, stavolta con lo slogan “scusateci se non prendiamo tangenti…”, per fare chiarezza sulla questione dei fondi a Sud chiama Nord, oggetto dell’interrogazione del consigliere metropolitano Carmelo Pietrafitta, le cui conseguenze hanno fatto incazzare non poco De Luca.
“Qua non c’è nulla lasciato al caso, ci sono mandanti, committenti ed esecutori“. Inizia sul velluto, Cateno De Luca, prima di lanciarsi in un assalto all’arma bianca contro giornali e giornalisti, soprattutto la Gazzetta del sud, tirando in ballo fatti del 2011, i suoi processi, le sue assoluzioni, le “quattromila assunzioni tra Comune e partecipate”, i suoi (pochi) rimborsi per missioni fuori Messina nel periodo in cui era sindaco, “fanculizzando tutti loro”, partendo dai giornalisti, per arrivare a “ex sindacalisti e membri delle partecipate”.
Per quale ragione? De Luca ha “il sospetto” (termine sottolineato dallo stesso sindaco di Taormina più volte) che qualcuno voglia danneggiare il partito che ha fondato per motivi non solo politici, ha spiegato: e ne identifica tre. “Mascariarci e colpire la nostra figura di buoni amministratori, indebolirci e delegittimarci, così sarà meno difficile isolarci o acquisirci con la classica mangiata di pasta, o impaurire coloro che hanno donato e magari vorrebbero continuare a farlo, ma non hanno voglia di essere sputtanati, o di farci apparire agli occhi dei palazzi di giustizia come soggetti poco raccomandabili che vanno monitorati, che approfittano del loro ruolo di pubblici ufficiali. Quando qualcuno, giornalisti in primis, insinuano che io abbia commesso reati, allora denuncio. E quindi non finisce qua. C’è una regia, c’è una strategia“.
Secondo la segretaria nazionale di Sud chiama Nord Laura Castelli, che è intervenuta all’inizio, è “uno storytelling che Sud chiama Nord non può più accettare. Tutto questo ha il sapore della minaccia velata, forse perchè siamo scomodi, valuteremo il danno d’immagine”.
Molto meno aggressivo il deputato Francesco Gallo, secondo cui “certe prese di posizione lasciano l’amaro in bocca”, confessa, spiegando come funziona il finanziamento ai partiti e le norme di trasparenza che lo regolano, argomento sul quale ha approfondito Pietro Picciolo, tesoriere del partito ha spiegato.
Il sindaco Federico Basile punta il suo intervento sull’interrogazione del consigliere metropolitano Carmelo Pietrafitta su contributi e donazioni a Sud chiama nord, ma anche sulle incompatibilità di alcune nomine effettuate da Basile in qualità di sindaco metropolitano, concetto consolidato da Danilo Lo Giudice, coordinatore regionale: “Non saranno determinate azioni o annunci a fermare la nostra azione politica”.