MESSINA. Il Comitato “No Frane No Precarietà” rilancia la petizione avviata anni fa dopo l’ennesima frana che si è verificata ieri a Capo Alì, lungo la statale 114, intorno al km 22, con conseguente chiusura della strada.

«È da decenni – scrivono in una nota Giovanni Di Leo e Francesco Aloisi – che succedono queste frane e le Istituzioni rispondono solo con “passerelle” e promesse non mantenute. Bastava semplicemente installare delle gallerie paramassi ed applicare un economico canale di scolo propedeutico a mitigare eventuali eventi franosi: soluzioni proposte all’interno della petizione popolare e sistematicamente ignorate dai diversi rappresentanti delle Istituzioni. Le priorità per la messa in sicurezza di quel tratto stradale sono quelle delineate sopra. Alle piccole opere utili, che auspichiamo da decenni, le istituzioni preferiscono le grandi opere inutili e dispendiose, infrastrutture strumentalizzate demagogicamente durante il periodo elettorale. Come Comitato No Frane-No Precarietà, oltre ad aver lanciato da anni una petizione popolare con raccolta firme, e presentato esposti alla Procura della Repubblica di Messina, riteniamo e sosteniamo che solo una pacifica protesta sociale organizzata dal basso dalle popolazioni colpite da decenni di ferite materiali e morali può salvare la vita degli abitanti del luogo. Intanto rilanciamo la petizione che è già giunta a quota 200 firmatari, auspicando di raggiungere 500 firme e depositare un nuovo esposto alle autorità competenti. Oltre che mettere in campo tutte le mobilitazioni utili, che decideranno democraticamente le popolazioni locali. È ora della lotta vera, non delle generiche lamentele», scrivono.

Qui il link alla petizione.

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