Sempre più duro lo scontro tra Cateno De Luca e i Cinquestelle. Dopo le accuse dell’avvocato Carlo Taormina, che riferiva di un “processo penale a suo carico (di Gaetano Sciacca, ndr) per falsa testimonianza e calunnia tuttora pendente in seguito alla denunzia presentata da Cateno De Luca, giacché in caso di condanna non inferiore a due anni scatterebbe la sua decadenza in caso di improbabile elezione”.

Adesso interviene Aurora Notarianni, ex assessora regionale alla cultura e difensore di Sciacca che annuncia querela nei confronti di De Luca: ““Non risulta pendente alcun procedimento penale a carico del mio cliente né, in particolare, alcun procedimento penale risulta iscritto per i reati di falsa testimonianza e di calunnia”.

E su De Luca: “I giudici hanno accertato che ha commesso il reato di falso con riferimento alle opere realizzate per le difese spondali (muri in cemento) in difformità rispetto a quelle (gabbioni) assentite nel progetto approvato dall’assessorato, pronunziando sentenza di estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Quanto al reato ambientale De Luca è stato assolto solo a ragione della successiva sanatoria dell’opera avendo l’Assessorato ritenuto la rimessione in pristino un maggior ed inutile danno per l’ambiente”.

Prescrizioni alle quali De Luca aveva promesso di rinunciare, ma Notarianni smentisce: “Non mi risulta, poi, quale difensore del WWF onlus nel procedimento sui fatti di Fiumedinisi che l’imputato De Luca Cateno, appellante, abbia rinunziato alla prescrizione, come peraltro dichiarato a gran voce. Mi risulta altresì che la Procura della Repubblica ha proposto appello chiedendo la condanna di Cateno De Luca per il reato di abuso di ufficio. Egli, quale Sindaco del Comune di Fiumedinisi ha, in conflitto di interessi, approvato le delibere di rilascio delle concessioni edilizie su terreni, la cui destinazione agricola aveva modificato mediante il ricorso alla procedura del contratto di quartiere, per realizzare le iniziative imprenditoriali sue e del fratello finalizzate alla costruzione dei fabbricati della Dioniso Srl (struttura alberghiera e centro benessere), del Caf Fenapi e della cooperativa edilizia Mabel, a lui riconducibili. La Procura chiede, altresì, la riforma della sentenza con condanna di De Luca per la tentata concussione e non per l’induzione indebita (così riqualificata dal Tribunale) per le pressioni esercitate al fine di costringere alcuni proprietari a vendere i terreni facendo valere il suo potere di sindaco che gli avrebbe consentito di espropriarli”.

Uno scontro elettorale che per l’ennesima volta finisce in Tribunale quello di Messina. Nelle scorse settimane a presentare querela contro De Luca anche il commissario straordinario del Neurolesi, Angelo Aliquò, e il direttore del centro, anche candidato sindaco del centrodestra Dino Bramanti, a proposito del quale De Luca aveva parlato di “strane assunzioni” al centro neurologico messinese.

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