MESSINA. È il primo passo del percorso con cui i Comuni siciliani sono obbligati a spendere insieme ai cittadini almeno il 2% dei fondi che ogni anno ricevono dalla Regione. Il documento che contiene tutte le regole da applicare e le modalità con cui farlo. Il “Regolamento per l’uso dei fondi della democrazia partecipata” è, insomma, una carta fondamentale obbligatoria, come ricorda Giampaolo Schillaci, Professore Ordinario all’Università di Catania e portavoce del Patto per la Partecipazione Popolare Area Vasta: «Il Regolamento sulla democrazia partecipata non è un optional né una prescrizione recente. Per i Comuni siciliani, approvarlo è un obbligo, introdotto dalla legge 8/2018 (art. 14, comma 6)».

Eppure 65 Comuni siciliani su 391 non hanno ancora approvato il proprio regolamento. E tra i regolamenti esistenti, sono 143 quelli approvati prima del 2019. «Il che significa – sottolinea Schillaci – che questi regolamenti non sono aggiornati alle disposizioni di legge del 2018 che introducono novità su questioni centrali come il diritto dei cittadini di presentare e votare i progetti”.

«Considerata l’importanza di questo documento- si legge nella nota di Spendiamoli Insieme- e dopo aver effettuato un’analisi regionale sui regolamenti esistenti, il progetto di monitoraggio civico “Spendiamoli Insieme”, affiancato dal Patto per la Partecipazione Popolare Area Vasta, attivo in sei città della Sicilia centro-orientale (Catania, Caltanissetta, Siracusa, Noto, Monterosso Almo, Scicli) e dall’associazione Acquanuvena di Avola, propone a Comuni, associazioni e cittadini siciliani un modello” di regolamento che si può gratuitamente scaricare, consultare, adottare ed applicare» Il modello proposto da “Spendiamoli Insieme” è stato elaborato in piena coerenza con i riferimenti normativi, disciplina le fasi del processo di democrazia partecipata previste dalla legge, individua le responsabilità per ciascuna delle fasi e indica chi ha diritto alla partecipazione e quali possono essere gli ambiti tematici. Il regolamento, soprattutto, individua alcuni punti che il team di lavoro considera come irrinunciabili, sia perché previsti dalla legge sia perché coerenti con la ratio della democrazia partecipata: il diritto dei cittadini di fare proposte; il successivo diritto dei cittadini di esprimere una preferenza; la composizione esclusivamente tecnica e mai politica della commissione che valuta l’ammissibilità dei progetti; il diritto alla partecipazione per i minorenni; la previsione di una sezione dedicata alla democrazia partecipata nelle home page dei siti dei Comuni.

Oltre al modello di regolamento, “Spendiamoli Insieme” mette a disposizione anche un modello di Avviso Pubblico, cioè il documento con cui i Comuni aprono i processi di democrazia partecipata invitando i cittadini a presentare proposte, e un modello di Scheda Progetto, da utilizzare per la presentazione delle proposte. Nelle prossime settimane sarà redatto anche un vademecum. I documenti sono pubblicati su www.spendiamolinsieme.it  e il team di “Spendiamoli Insieme” è sin da subito a disposizione di Comuni, associazioni e cittadini che vogliano approfondire l’argomento, adottare il regolamento e migliorare il proprio processo di democrazia partecipata.

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