MESSINA. Non solo burocrazia e soldi: la democrazia partecipata in Sicilia è anche cose, servizi, segni tangibili per i cittadini che vivono, non solo propongono e scelgono (ci si augura), i progetti realizzati con almeno il 2% dei fondi regionali destinati annualmente al proprio Comune. E di cose realizzate, nonostante la proverbiale lentezza della macchina amministrativa, ce ne sono parecchie.

Spendiamoli Insieme”, progetto di monitoraggio civico sul buon uso dei fondi della democrazia partecipata in Sicilia (promosso dall’associazione Parliament Watch Italia, con il supporto di Fondazione CON IL SUD e OSIFE), ha passato in rassegna alcune delle opere finanziate con i fondi 2022 e già inaugurate nella prima metà dell’anno per analizzare cosa resta sul territorio dei fondi e delle scelte fatte. Sicurezza, arte e socialità sono i temi ricorrenti.

Sul fronte sicurezza, non c’è anno in cui con i fondi della democrazia partecipata non si acquisti almeno un defibrillatore. Nel primo semestre 2023 sono come minimo tre i Comuni (Gravina di Catania, Nicosia, Priolo Gargallo) che si aggiungono alla lista, installando i dispositivi e realizzando corsi per preparare circa 200 tra cittadini e personale scolastico alle procedure di rianimazione cardio-polmonare. Sempre in tema sicurezza, ci sono poi progetti con finalità antincendio (Agira e Militello in Val di Catania), per garantire l’accessibilità del litorale alle persone a ridotta mobilità (Fiumefreddo di Sicilia) o ancora per migliorare la fruizione di geositi o sentieri (Bagheria e Lipari).

In campo artistico, la street art è un tema ricorrente, da anni nelle grazie dei cittadini, delle associazioni e soprattutto delle amministrazioni locali. C’è un però: spesso, anche se non sempre, l’indirizzo viene espresso dall’alto, come scelta strategica delle giunte comunali con l’obiettivo di utilizzare i fondi della democrazia partecipata per creare itinerari turistici in borghi in cerca di un’identità più instagrammabile. Scelta politica che non sempre trova adeguato riscontro tra i cittadini. 

Vince l’arte, non la partecipazione, a San Filippo del Mela, Joppolo Giancaxio, Cianciana, Erice e Giuliana. Ma ci sono anche casi in cui sono stati i cittadini (pochi) a scegliere l’arte, in varie accezioni, che spaziano dalla urban art (Delia) al restauro di orologio e torre cinquecentesca (Sambuca di Sicilia), dalle scalinate in ceramica (Collesano) alle installazioni artistiche all’uncinetto sulle facciate del centro storico (Castel di Lucio).

Le attività in favore di ampie fasce della popolazione o della collettività (eventi, manifestazioni sportive, beni o servizi per bambini) sono il terzo e ultimo macrotema ricorrente tra i progetti già realizzati di democrazia partecipata con fondi 2022. Tra feste cittadine (Cattolica Eraclea, Serradifalco), corsi scolastici (San Cipiriello), palestre all’aperto (Capaci), campi da calcio (Roccavaldina) e aree gioco riqualificate e messe in sicurezza (Patti e Pollina), spiccano anche l’installazione di un tavolo da ping pong all’aperto (Brolo), gli orti sociali (Caltanissetta), la biblioteca nel bosco (Mascalucia), l’installazione di purificatori d’aria nelle aule scolastiche (Roccapalumba).

«Al netto di molte belle e significative iniziative, certamente utili per il territorio, colpisce la serialità di alcune scelte, che si ripetono identiche o quasi di anno in anno – sottolineano i ricercatori di Spendiamoli Insieme – e la scarsa partecipazione da parte della popolazione. Ma questa non è una novità, anzi è lo stato dell’arte della democrazia partecipata in Sicilia a quasi dieci anni dalla promulgazione della legge. Il punto è che il come in questo caso è nettamente più significativo del cosa. Detto in altri termini, di cose buone, utili, belle se ne possono finanziare tante, in mille modi diversi, mentre i fondi della democrazia partecipata dovrebbero servire per realizzare progetti proposti, valutati e scelti “dal basso”, ovvero direttamente dai cittadini».

 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments