ROMA. Parla di “rischio ragionato” il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, che oggi in conferenza stampa ha annunciato una frenata alle restrizioni per contrastare la diffusione del Coronavirus, dopo una sospensione durata qualche settimana della “zona gialla” che, spiega il ministro alla Salute Roberto Speranza, “ha prodotto dei risultati riducendo l’indice Rt”.

Il principio su cui si basa questa “riapertura” è che “è molto più facile contagiarsi al chiuso che all’aperto”, ha dichiarato Speranza, anticipando che nelle prossime settimane si potrebbe pensare a delle ulteriori aperture, anche in luoghi chiusi.

Tanti i temi in ballo, a partire dalla reintroduzione (che potrebbe venire richiesta con un decreto legge) della “zona gialla” dal 26 aprile, con la possibilità di potersi spostare tra regioni gialle e anche tra regioni di colore diverso con dei pass.

Quel che è certo, al momento, è che l’attività didattica tornerà in presenza al 100% nelle regioni gialle e arancioni, mentre in “zona rossa” le lezioni si svolgeranno in modalità mista.

Dall’1 maggio, ancora, l’Italia potrebbe diventare gialla, con ristoranti aperti a pranzo, mentre verso la fine del mese potrebbe cambiare il coprifuoco e i locali potrebbero stare aperti anche di sera.

Un cronoprogramma, quello previsto dal governo Draghi, definito da lui stesso “ottimista”: da giugno si potrebbe ridare il via agli spettacoli, all’aperto e con capienza del 25-30%. Ma è soprattutto a settembre che si prevede un ritorno alla “normalità”.

Dall’altra parte, c’è anche il pressing delle Regioni, che hanno presentato delle proposte specifiche al Governo nazionale, affinché fungano da linee guida, e che prevedono anche una posticipazione del coprifuoco a mezzanotte anziché alle 22.

Per quanto riguarda i ristoranti, l’ipotesi è quella di aprire sia a pranzo che a cena, privilegiando le prenotazioni, distanziando di almeno 2 metri i tavoli l’uno dall’altro e prevedendo l’obbligo della mascherina quando non si è seduti al tavolo (come adesso in zona gialla).

Per i bar (che dalle 14 potrebbero servire solo al tavolo), si valuta di consentire le attività ludiche come giocare a carte (mantenendo almeno 1 metro di distanza) e la messa a disposizione di quotidiani e riviste. Inoltre, deve essere garantita la frequente igienizzazione delle mani, con sempre l’obbligo di tenere la mascherina.

Le palestre, a differenza delle vigenti disposizioni, verrebbero riaperte, anche in zona rossa, ma il personale non vaccinato dovrebbe venire sottoposto a screening periodico. Le strutture dovrebbero prevedere una pianificazione delle attività per evitare assembramenti e la rilevazione della temperatura all’ingresso. Ma soprattutto, nell’eventualità in cui venisse accolta la riapertura, le palestre dovrebbero riorganizzare gli spazi negli spogliatoi e nelle docce: almeno 2 metri di distanza.

Infine, fra le proposte, quella di riaprire cinema e teatri anche in zona rossa. Fra gli spettatori dovrebbe esserci un metro di distanza (se non indossano la mascherina) e all’ingresso verrebbe rilevata la temperatura.

 

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