MESSINA. Finti operatori sanitari, falsi volantini che avvisano di controlli domiciliari indetti dal ministero dell’Interno e tanto altro; l’Italia da più di un mese ha a che fare con il coronavirus, ma non solo, deve anche combattere contro lo sciacallaggio e le truffe, che si sono evoluti spostandosi anche online. Secondo quanto affermato dalla Polizia di stato, infatti, in questi giorni i reati “tradizionali” sembrerebbero crollati a favore di quelli informatici.

“Abbiamo un forte incremento di criminalità informatica, ora che siamo tutti sempre connessi e in uno stato di fragilità psicologica – afferma Nunzia Ciardi, direttore del servizio polizia postale – se vediamo arrivare una mail da un medico o una comunicazione urgente relativa allo stato di allerta del coronavirus, è facile essere tratti in inganno anche se non si è degli sprovveduti, basta un attimo di distrazione”

Tra gli esempi più diffusi di truffe online c’è l’sms arrivato a molti italiani, da parte di alcune filiali bancarie, simile al seguente: ”a causa del virus COVID 19 nuove restrizioni determinano il blocco del conto si prega di sbloccarlo tramite link https://securexxxxx.com con l’inserimento dell’acronimo dell’istituto bancario”. La pagina di login alla quale riporta il link è identica a quella della banca di riferimento (attraverso una connessione criptata, che quindi sembra sicura) ma in realtà si tratta di smishing, un sistema usato dai cybercriminali per recuperare i dati sensibili relativi all’accesso da remoto ai conti correnti bancari.
“Vi ricordiamo che nessun istituto bancario invita i propri clienti attraverso mail, sms, telefono o messaggi sui social, a fornire password, dati delle carte, codici otp, pin, credenziali, chiavi di accesso all’home banking o altri codici personali” segnala la Polizia di stato.

Un’altro caso scoperto dalla postale si basava invece su un messaggio whatsapp in cui veniva detto che per far fronte alla crisi, i supermercati avrebbero offerto buoni spesa da duecento euro; la truffa si attivava tramite un link contenuto nel messaggio, attraverso il quale gli hacker avrebbero potuto appropriarsi dei dati sensibili del proprietario del telefono.
La polizia ha invitato chiunque dovesse recevere un messaggio simile, a non cliccare sul link e a non farlo circolare.

Queste sono solo due delle tante truffe con le quali ogni giorno la polizia postale si ritrova ad avere a che fare, come la finta mappa della diffusione del coronavirus nel mondo che nasconde un insidioso malware; mail provenienti da presunti centri medici che, con il pretesto di fornire aggiornamenti sulla diffusione del coronavirus, invitano ad aprire un allegato contenente un virus informatico o la mail a nome di una fantomatica dottoressa: Penelope Marchetti, “esperta dell’organizzazione mondiale della sanità in Italia” , che invita ad aprire un allegato che contiene indicazioni per evitare il contagio da coronavirus, ma che, in effetti, nasconde un virus informatico insidioso che carpisce i nostri dati.

La polizia ha messo a disposizione della popolazione un portale in cui è possibile segnalare tutti i casi sospetti.

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