MESSINA. Attività di contact tracing, più di 10mila dosi di vaccino somministrate e tamponi a tappeto sulla popolazione, quasi 66mila somministrati nella postazione drive in dell’ex Gasometro: sono alcune delle attività elencate nella relazione del primo mese di attività del commissario ad acta Maria Grazia Furnari, presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa. Un’analisi della situazione trovata dalla Furnari al suo insediamento il 18 dicembre, e su come ha operato l’ufficio straordinario durante il mese di gennaio, periodo di zona rossa a Messina e poi in tutta la Sicilia.
Il risultato che viene fuori è di una lenta ripresa del sistema sanitario cittadino nonostante le criticità iniziali elencate dal commissario, che andavano dall’accumulo di spazzatura per carenza del servizio di raccolta dei rifiuti speciali (adesso passata al Comune dopo un lungo tira e molla) ai mancati o ritardati provvedimenti di fine isolamento, passando per un inefficiente contact tracing con impossibilità di reperire i contatti dei contagi”.
Il momento più “drammatico” è stato l’8 gennaio, ha spiegato Maria Grazia Furnari, in cui l’esplosione dei contagi l’ha costretta a scrivere al presidente della regione Siciliana Nello Musumeci per chiedere l’adozione della zona rossa. Ha funzionato? “Siamo passati, par la provincia di Messina, dal 35% di tamponi positivi (molecolari, ndr.) all’8 % attuale. In città la diminuzione è stata meno rapida, intorno al 13%, ma è rientrata al di sotto dei valori che destano allarme”.
La “dogana sanitaria” dell’ex Gasometro, ha spiegato il commissario straordinario, ha somministrato quasi 66mila tamponi, con meno di 1600 positivi: la postazione, gestita da Enzo Picciolo, è servita alle campagne di screening dei rientranti a Messina (oltre 25mila), degli studenti (quasi diecimila) e della popolazione a tappeto, volontariamente.
Sui posti letto: “Abbiamo avuto qualche giornata di allarme, ma mai di pericolo”, ha spiegato in relazione alle terapie intensive.
Di seguito i grafici con i numeri:
