MESSINA. Come in tutta Italia, anche nelle Isole Eolie soffrono la crisi dell’economia, e con l’arrivo della bella stagione, sicuramente ne risentiranno particolarmente nel settore del turismo, culturale, balneare dell’accoglienza e dell’enogastronomia. A descrivere la situazione, sono 150 operatori locali, che chiedono al Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, al Sindaco del Comune di Lipari, Marco Giorgianni, ai Sindaci dei Comuni di Salina e a tutti i destinatari della presente, di attivarsi tempestivamente presso il Governo nazionale affinché vengano posti in essere provvedimenti normativi riassunti in 11 punti.

Di seguito le proposte:

1) la possibilità di accedere a finanziamenti commisurati al 25% del fatturato prodotto dell’anno 2019, garantiti dallo stato a tasso 0 e rimborsabili in almeno 10 anni a partire dal 2022.
2) la sospensione di tutti i tributi locali e delle tasse fino ad aprile 2021.
3) agevolazioni sul prezzo del biglietto di navi ed aliscafi per tutte le tratte da e per le Isole Eolie per incentivare il turismo.
4) accesso alle misure di liquidità delle banche previste nel decreto, possa essere esteso anche per le imprese segnalate in Crif e la moratoria dei titoli bancari non andati a buon fine con esonero della trascrizione in CAI e sistemi informativi fino ad Aprile 2021.
5) la sospensione delle bollette riferite alle utenze elettriche, idriche e telefoniche.
6 ) l’obbligo per tutti coloro che si imbarcano verso le Eolie, siano essi turisti, pendolari o residenti in transito di avere effettuato prima dell’imbarco i test sierologici rapidi che attestino l’immunità o la negatività del virus covid 19, fino alla durata dell’emergenza, al fine di garantire l’incolumità degli stessi turisti e di noi isolani, dal momento che ad oggi non si registrano contagi. Per questo chiediamo anche che vengano realizzate delle strutture sanitarie per i necessari controlli in tutti i porti di accesso alle Isole Eolie.
7) il potenziamento della struttura ospedaliera di Lipari.
8) istituzione di un fondo di emergenza per le imprese in difficoltà;
9) per almeno un decennio, di potere usufruire di una fiscalità di vantaggio consistente nella misura del 50% del carico fiscale (aliquote Irpef-Ires ridotte del 50 %) ed i sgravi contributivi ai fini Inps, considerato che la nostra economia e’esclusivamente fondata su un turismo stagionale che si sviluppa in un arco temporale massimo di sei mesi all’anno.
10) incentivi e misure specifiche per il turismo nautico da diporto che con un indotto proprio tra famiglie e dipendenti si stima in circa seicento persone.
11) Cosap, tassa sull’occupazione di suolo e spazi pubblici gratuita per l’anno 2020.

“Premesso che il nostro arcipelago si ritrova ogni anno sempre di più a fare i conti con una crisi economica che perdura, con i problemi legati all’insularità, ai problemi con i trasporti marittimi, alla stagionalità sempre più breve, alla concorrenza sempre più agguerrita di altre mete turistiche del Mediterraneo che grazie ad una carico fiscale inferiore rispetto al nostro, riescono a ritagliarsi grosse fette di mercato; la nostra attività lavorativa si concentra solo per pochi mesi all’anno – scrivono i commercianti – Siamo ragionevolmente e fortemente preoccupati dalla situazione in essere in seguito all’emergenza mondiale sanitaria in corso, anche perché a differenza delle grandi città italiane e delle altre realtà economiche che hanno sede sulla terraferma, le nostre isole, si stanno confrontando con una realtà economica già connotata da un alto tasso di disoccupazione con risvolti sociali gravissimi che non si registravano da decenni”.

“Prendiamo atto della disponibilità manifestata dal Sindaco di Lipari e dalla giunta comunale, auspicando per quanto possibile, lo stesso Sindaco in questa prima fase, possa in qualche modo sensibilizzare i locatori di immobili commerciali affinché comprendano e condividano il disagio economico conseguente alla chiusura forzata di tutte le attività commerciali imposta per legge in seguito all’emergenza Covid 19. Molti ed ancor più gravi sono i problemi che le nostre imprese e tutti quei lavoratori che avrebbero dovuto iniziare la stagione occupazionale dovranno affrontare in relazione all’evolversi della grave situazione sanitaria che investe la nostra nazione ed il mondo intero”, continuano.

“Purtroppo, fermare senza alcun preavviso le dinamiche di qualunque azienda, evidenzia delle criticità che possono rivelarsi fatali senza un intervento necessario a mitigare gli impegni economici che ogni azienda deve sostenere per stare sul mercato – proseguono – Prendiamo atto degli interventi di sospensione previsti dal D.L. n.18 del 17/3/2020 (cura Italia) e successivo D.L n.23 del 8/4/2020 (liquidità) in materia di imposte, tasse ed oneri sociali, nonché delle misure con il sistema bancario; evidenziamo però che la sospensione dei pagamenti rappresenta una soluzione temporanea ad un problema solo posticipato, perché è evidente che la ripresa delle attività ai livelli degli anni precedenti sarà imprevedibile, lunga e complessa, soprattutto in un’ottica di ripristino di flussi finanziari che subiranno un calo poderoso per parecchi mesi e poi, per le misure bancarie, finanziare con la leva del debito, può rappresentare un rischio d’impresa oltremodo proponibile quantomeno senza alcuna garanzia di crescita del fatturato a breve e medio termine”.

“Nel citato decreto liquidità inoltre alcuni parametri per accedere alle misure di credito appaiono irrealistiche ed inique come il rapporto della perdita di fatturato o l’impegno per le aziende di garantire il mantenimento della base occupazionale come prima della crisi”, sottolineano.

“Inoltre, per la natura del servizio offerto dagli esercizi di somministrazione la richiesta di mantenere il metro di distanza interpersonale è praticamente impossibile da far rispettare, e nel caso delle nostre strutture soprattutto per ragioni di spazio. La promiscuità è ineliminabile tra personale di servizio e cliente e tra i clienti stessi, anche nel caso si dispongano di tavoli delle misure adeguate e porre a carico dei gestori delle responsabilità legate alla diffusione di possibili contagi, non solo non e’ accettabile ma, di fatto, sarà difficilmente praticabile viste anche le sanzioni ed i controlli che inevitabilmente saranno previste”, affermano.

“Il comparto dell’accoglienza che annovera strutture alberghiere di piccole grandi e medie dimensioni, dovrà rimettere in moto un meccanismo complesso ed oneroso; gli stabilimenti balneari dovranno fare altrettanto; le altre piccole realtà commerciali dovranno in qualche modo sopravvivere; per tutti, quali saranno le prospettive? – chiedono -Proviamo ad immaginare tutti quei lavoratori del comparto turistico con le loro famiglie che non troveranno un impiego e si troveranno il prossimo inverno senza il sostegno del contributo di disoccupazione. Le nostre isole subiranno un duro colpo che non sara’ per niente facile subire, che sara’ difficile da superare e già oggi siamo consapevoli del rischio reale che oltre il venti per cento delle nostre realtà imprenditoriali chiuderà definitivamente”.

“Vi sono alcuni settori come abbigliamento, souvenir, supermercati, negozi di alimentari, farmacie, parafarmacie, erboristerie, cartolerie, fiorai, alcuni artigiani e tutte quelle grandi industrie che, rispetto al settore alberghiero e della ristorazione, potrebbero alla riapertura, solo dal punto di vista logistico, ma non economico, essere in qualche modo facilitati nell’osservare le rigide misure di contenimento del virus che dovranno essere attuate ma faranno fatica insieme a tutte le altre attività lavorative delle Eolie che si troveranno in questa stagione con un calo del flusso turistico che si stima essere in perdita di oltre il settanta per cento a voler essere ottimisti”, continuano i commercianti.

“Sappiamo benissimo, come viene anche anticipato dai media specializzati, che il comparto della somministrazione, probabilmente insieme ai centri estetici, centri massaggi, parrucchieri, saranno tra gli ultimi che potranno riaprire al pubblico e che il percorso prevederà l’adozione di importanti misure di contenimento dai rischi di diffusione del virus, anche attraverso l’adozione di precise prescrizioni sanitarie, di costose attrezzature di sanificazione per ambienti e di distanziamento sociale che dovranno essere comunque sostenute dalle imprese e nell’immediato – proseguono – Nel miglior scenario possibile il previsto quanto inevitabile crollo degli incassi, potrà comportare l’inevitabile fallimento con la conseguente chiusura definitiva di molte nostre aziende ed il licenziamento di moltissimi lavoratori, ragion per cui e’ auspicabile, soprattutto per il comparto della ristorazione e di tutte quelle attività di somministrazione ragionare in prospettiva del 2021 sostenendo le imprese con dei provvedimenti economici che prevedano aiuti finanziari a fondo perduto”.

“Chiediamo di essere ascoltati nell’immediato e di lavorare insieme per trovare soluzioni realisticamente attuabili per le nostre isole che rappresentano una realtà ed hanno esigenze ben diverse dal resto d’Italia. Non possiamo più perdere del tempo prezioso, non ce lo possiamo permettere, rischiamo di non averne più a disposizione e per questo siamo certi che la Vostra attenzione sara’ massima e che tempestivamente, mettiate in atto gli opportuni e straordinari provvedimenti al fine di scongiurare il tracollo economico e sociale delle Isole Eolie – concludono – Siamo a disposizione per un dialogo costruttivo ma tempestivo”.

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