POZZALLO. Sono stati posti in quarantena presso l’hotspot di Pozzallo, in via precauzionale, i 274 migranti (fra cui 64 minori) sbarcati questa mattina in Sicilia. A comunicarlo è il Viminale, segnalando che “le autorità competenti provvederanno agli accertamenti e alla sorveglianza sanitaria ritenuti indispensabili”. Il personale della nave della Sos Mediterranee e Medici senza frontiere, “Ocean Viking”,  rimarrà isolato a bordo per tutto il periodo necessario, sotto il controllo sanitario dell’Usmaf.

«In conformità alle decisioni prese ieri dall’Unità di crisi convocata dall’assessore alla Salute – conferma il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – i migranti sbarcati questa notte a Pozzallo sono posti in quarantena presso l’hotspot. Ringrazio il prefetto di Ragusa per aver sostenuto questa decisione, il sindaco di Pozzallo e tutte le autorità sanitarie che stanno lavorando per garantire questa misura preventiva indispensabile. La stessa disposizione varrà, ovviamente, per Lampedusa e per Messina».
Quello di stamani è il secondo sbarco avvenuto a Pozzallo dopo l’emergenza del Coronavirus. Il primo era stato il 2 febbraio scorso, quando 363 migranti vennero recuperati in mare in cinque operazioni di soccorso. «Non c’è alcuna preoccupazione di fondo per questo sbarco di 274 migranti perché la situazione sanitaria è sotto controllo e rispetto a prima non è cambiato nulla», rassicura Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo.
Per quanto concerne lo sbarco di migrati, le procedure sono quelle formalizzate nelle “standard operating procedures” in occasione degli sbarchi in mare, quindi nessun protocollo speciale. In termini generali, è previsto che i medici dell’ufficio di sanità marittima e aerea e di frontiera salgono a bordo della nave all’arrivo al porto, per un primo controllo sull’eventuale presenza di patologie infettive. Dopo questa verifica è consentito alle persone di lasciare l’imbarcazione. Una volta sbarcati in banchina, le autorità sanitarie pubbliche effettuano un primo screening, mentre all’interno dell’hotspot o del centro di prima accoglienza, viene effettuata una visita medica per rilevare le condizioni generali di salute dei migranti e le eventuali vulnerabilità.

“Fermo restando quanto sopra – ha scritto il 3 febbraio il prefetto Maria Carmela Librizzi – il ministero della Salute ha rappresentato che in relazione alla situazione epidemiologica del cosiddetto coronavirus, quale ulteriore misura da adattare a scopo esclusivamente precauzionale, si possa acquisire la lista dei paesi eventualmente visitati dai migranti negli ultimi 14 giorni, verificando se fra questi vi sia uno dei paesi a rischio, tenuto conto di quanto indicato in un sito quotidianamente aggiornato dall’organizzazione mondiale della sanità”.

Qualora una persona fosse transitata da uno dei paesi a rischio nell’arco temporale in esame, e qualora manifestasse una sintomatologia riconducibile a quella di caso sospetto, il soggetto andrebbe trattato secondo le ordinarie procedure sanitarie per porlo in ordinario isolamento. “Resta inteso che si rimette, comunque, il prudente e competente apprezzamento dei sanitari la valutazione dei singoli casi”, sottolinea il prefetto nella circolare del 4 febbraio indirizzata alle autorità civili, militari e sanitarie della provincia di Messina.

A partire da oggi, sempre in via precauzionale, sono sospese le uscite didattiche e i viaggi di istruzione delle scuole, in Italia e all’estero. È quanto deciso nella serata di ieri dal Consiglio dei Ministri.  «Si chiede ai dirigenti scolastici la massima collaborazione. Tengo molto a rassicurare le famiglie perché come già dichiarato ieri dall’assessore Razza, in Sicilia non ci sono ragioni di allarme ma è necessario adottare le giuste misure di prevenzione in linea con le direttive nazionali e con le coerenti conclusioni della Unità di crisi regionale che in tale direzione si è già espressa nella riunione di ieri a Catania», ha spiegato l’assessore all’Istruzione della Regione Siciliana Roberto Lagalla.
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