Com’è cambiata Messina dal 2001, terza puntata: il consumo del suolo negli ultimi 20 anni


Di Giampiero Neri e Alessio Caspanello

MESSINA. Continua così il viaggio in quattro puntate in cui, con l'ausilio di una fotogrammetria interattiva, LetteraEmme racconterà per immagini come è cambiato il territorio dal 2000 ad oggi.

Se la riviera nord e l’area della laguna di Ganzirri e capo Peloro sono le zone che negli ultimi vent’anni hanno subito le maggiori trasformazioni e il centro è rimasto relativamente “protetto”, al punto che le opere più impattanti sono state quelle pubbliche la zona sud, che “di pregio” non è mai stata considerata, anche per scelte urbanistiche folli prese decenni addietro, è rimasta relativamente immune alle cementazioni.

 

Come visualizzare i cambiamenti del territorio

DAL CELLULARE: cliccare su una qualsiasi porzione dell'immagine, il cursore si sposterà automaticamente e rivelerà le differenze tra l'immagine del 2001 e quella del 2021
DAL COMPUTER. Utilizzare il cursore verde a centro immagine per spostarlo a piacimento, oppure cliccare su una qualsiasi porzione dell'immagine

 

 

A Mili, l’effetto del nuovo porto di Tremestieri non si è fatto troppo sentire, e le uniche differenze sono qualche rifugio per le barche sul mare che è diventato abitazione, e un campo da calcio che prima non c’era.

Non a tutti è andata così bene: Rispetto a vent’anni fa, a Galati soprattutto, si assiste a un deciso arretramento della linea di costa, che è arrivato a minacciare le case, che negli anni ’80 qualcuno ha pensato bene potessero essere costruite praticamente sulla spiaggia, e ora sono in balìa degli elementi ogni volta che c’è una mareggiata: un esempio ne è il campo da calcio, oggi divorato dal mare. Da anni c’è un botta e risposta tra il comitato Salviamo Galati e l’amministrazione comunale sulle opere di protezione e ripascimento della costa 

La spiaggia che è scomparsa a Galati si è “spostata” a Santa Margherita, che è diventato uno dei litorali migliori della città. Non lo stesso si può dire per il fronte mare, cresciuto (non troppo) negli anni senza particolare criterio.

Il maggiore impatto in 20 anni, però, l’ha avuto Giampilieri. Nel 2002 era una delle centinaia di colline che sovrastano l’abitato di Messina, dal primo ottobre del 2008 tutto è cambiato: la montagna si è sbriciolata, franando e prendendosi 27 vite. Oggi, su quella collina, come una cicatrice, rimangono le tracce delle opere di consolidamento e irreggimentazione delle acque.

Per Pezzolo, Altolia, Santo Stefano, il tempo sembra essersi fermato: l'unica cosa che si nota è il progressivo inaridimento delle colline e la scomparsa di molta parte di vegetazione, fatta fuori dagli incendi che ogni anno, in estate (il più delle volte dolosi) flagellano le colline della zona sud

Alessio Caspanello - Giampiero Neri