MESSINA. Una lettera – e una poesia – per salutare Messina. Riceviamo e pubblichiamo il contributo di un nostro lettore, Mario Spinella, che ha da poco fatto le valigie per trasferirsi a Trieste e frequentare un master.

“Al momento dell’ammissione, qualche mese fa, ero felice all’idea di poter mettermi in gioco e confrontarmi in una nuova realtà.
Lo ammetto: io stavo soffocando a Messina. Con il passare dei giorni, però, quando la realtà si stava sostituendo all’idea, ho sentito lo stomaco chiuso, ho pianto quotidianamente. Erano sorti dubbi, tanti dubbi. Forse si poteva fare di più, si poteva amare di più, ci si poteva comprendere di più. Il giorno della partenza e quelli successivi sono stati un vero e proprio dramma, conditi dai soliti pianti a dirotto e angoscia. Sia chiaro, non sono andato a lavorare nelle miniere, ma è straziante vedere come una comunità di famiglie e amici stia andando a pezzi, di come le radici stiano appassendo. In fondo, noi siamo radici e ti accorgi quando ti allontani cosa sia realmente importante. Qualche anno fa, ispirato da il mio libro preferito, “Le città Invisibili” di Italo Calvino, ho inventato una città pensando a settembre, agli addii, agli amici che si salutano, agli amori che piangono perché si separano. Vorrei condividerla pubblicamente, con la speranza che, con l’impegno e l’amore, Messina non sia solo una vacanza, ma una quotidianità”.

 

“A Clizia, città sita su uno Stretto e porta di una grande isola, gli amori durano quanto la stagione dell’estate.
A partire da giugno, la città si veste di luce e nell’aria i rumori delle macchine vengono sostituiti dalle risate degli amanti che si ritrovano dopo un lungo inverno lontani. 
Le case profumano di balsami dolci e la vita scorre senza pensare ad un domani.
Le mani stringono patti, mentre i corpi fanno l’amore per costruire altre città che muoiono i primi giorni di settembre.
Clizia, città di passaggio e degli amori mancati, è costruita su una sottile impalcatura: quella delle promesse che gli amanti si fanno.
Alle prime vendemmie, molti ritorneranno a condurre la loro vita in altre città dell’impero e Clizia vivrà di sospiri e mancamenti per quegli amori che dovranno attendere un’altra stagione per ricongiungersi”. 
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