MESSINA. “Stamattina alle 9, mentre mi apprestavo a recarmi a San Saba per la S.Messa domenicale, entra in Chiesa un gentilissimo vigile urbano con una notifica: il Comune di Messina mi intima di mettere in sicurezza e procedere ai lavori di ricostruzione del campanile e dei cornicioni prospicienti la piazza e strada comunale, con annesse sanzioni, entro 30 giorni”. 

Inizia così il lungo post di denuncia, dal titolo “La beffa e la bestia”, scritto su Facebook da padre Olivieri, parroco di Santa Maria delle Grazie in Rodia, in cui accusa l’amministrazione comunale di essersi disinteressata delle chiesa di San Saba per 7 anni per poi intimargli di agire entro un mese. E nel mirino del prelato finisce anche la Curia, proprietaria dell’immobile.

Ecco il testo integrale della lettera:

Posto che Comune e attuale amministrazione non si sono mai interessate né alla Chiesa, che da 7 anni versa in condizioni esterne precarie, né tantomeno della piazza e del villaggio che, come gli altri del territorio comunale, versano in completo stato di abbandono, come può l’assessore preposto ritenere che in trenta giorni si risolva una situazione grave radicata nel tempo?

Cosa ancora più grave è che, dopo i tre interventi straordinari e puntuali dei Vigili del Fuoco realizzati su mia sollecitazione, non è seguito un intervento di recinzione della chiesa per evitare pericoli, la cui competenza è sia del Comune, proprietario di piazza e strada, sia della Curia, proprietaria dell’immobile.

Da 7 anni con sacrifici personali e contributi di amici, parrocchiani e villeggianti, abbiamo eseguito lavori in economia per un totale di 24.000 euro, risparmiando su feste e spese e curando con impegno, senza alcun contributo di regione, Comune e Curia ( 8×1.000 mai ricevuto). Con impegno gratuito di tanti uomini e donne, comprando con sacrifici i materiali necessari, abbiamo realizzato il nuovo impianto elettrico con illuminazione a norma; il nuovo salone-teatro, dedicati a padre Tomasello e Giovanni Paolo II, ogni sabato e in estate tutti i giorni, accoglie e anima più di 100 ragazzi e bambini di Rodia, San Saba, Piano Torre, Calamona e Messina. Finestre, bagni, infissi, giardino, sagrestia, fogne, cancelli, portoni, sgabuzzino, due stanze per il catechismo, saloncino in terrazza e posta a Pasqua la Croce nuova illuminata, poiché la prima del 1959 era caduta sei mesi fa.

Cinque anni fa avevamo ottenuto per la chiesa un finanziamento di 38.000 euro dal precedente presidente della Regione Sicilia. Subentrato l’attuale, lo ha subito revocato, cosi abbiamo partecipato con un progetto di 48.000 euro ad un bando della Regione, vincendolo e arrivando al 9º posto in Sicilia. Ma l’attuale presidente non firma da due anni il finanziamento che, quindi, rimane bloccato.

In tutto questo lungo percorso che comporta progetti, ingegneri, incontri, saggi, misurazioni, spese e sacrifici, l’ufficio della Curia preposto a tali lavori non solo non si è mai interessato, né ci ha mai supportato (gli uffici della Curia dovrebbero essere a servizio delle parrocchie, chiese e parroci!) ma sempre ostacolato, proponendo un mutuo di 50.000 euro a carico della Comunità con responsabilità del parroco. 
Come fa una piccola comunità di 500 persone in inverno (in estate molte di più) a caricarsi di un mutuo da restituire in 10 anni, pagando ogni mese una somma per noi impossibile??

Con questo metodo del 50×1000 dell’8×1000 a copertura spese lavori, da tempo si favoriscono le grandi, grosse e ricche parrocchie di città e centri grossi dai 3.000 ai 12.000 abitanti che, oltre l’apporto di fedeli, politici, commercianti, enti, banche ed eredità varie avute nel tempo, ricevono anche i contributi negati ai piccoli.

La beffa di sentirci presi in giro, e pure denunziato da chi ci dovrebbe aiutare usando i soldi delle tasse dei cittadini per opere di utilità comune, come oratori, centri sociali e chiese che, presenti realmente nel territorio, offrono gratuitamente a grandi e piccoli, a poveri e non, a tutti, giorno per giorno i servizi gratuiti che il Comune nega soprattutto ai nostri villaggi di periferia. 

La beffa di essere stati traditi da un’amministrazione apparentemente “onesta” che ci ha negato l’uso delle scuole elementari chiuse da anni nei nostri villaggi, aperte solo per il voto, e che stanno crollando per noncuranza e inadeguatezza dei vari assessorati.
La beffa e la bestia…

La bestia cattiva di una amministrazione che si presenta con il sorriso di una maschera e lentamente distrugge tradizioni, emozioni, vita e speranze di varie generazioni. 
La bella si è dimostrata brutta e cattiva, una bestia insomma, che ingoia i suoi figli, bambini compresi, come Erode e Pilato. Pilato si lava le mani e si disinteressa delle sofferenze e difficoltà dei piccoli e giusti e, potere civile e religioso insieme, sopprimono le speranze di San Saba e Rodia, comunità troppo piccole per essere prese in considerazione, figlie di un dio minore.

Così anche la Chiesa di San Saba, crollata all’esterno in tutte la sua lunghezza e larghezza, viene dimenticata per anni ed esclusa da ogni contributo regionale, comunale e dall’8x 1000, perché non in grado di stipulare un mutuo. 
Cosi nell’estate 2014 abbiamo celebrato la S.Messa all’aperto per vari mesi e, nell’inverno 2015, nella chiesetta antica del 1859.

Poi finalmente il Vescovo La Piana ha concesso 2.500 euro e, con contributi dei parrocchiani e villeggianti, si è riaperta la chiesa la domenica delle palme 2015. Da allora niente di fatto. Incontri, promesse, verifiche, parole e il nulla. 
Il Gattopardo rivince la sua battaglia e tutto rimane fermo, se non la solita proposta del mutuo: si farà? Non si farà? Il ponte sullo Stretto alimenta sogni e speranze da 80 anni, ma tutto resta annunziato e immutato.

Si riaprono le speranze con il nuovo Vescovo Giovanni, che da tempo gira e visita chiese, preti e parrocchie, come Papa Francesco.

Ogni sera tramonta il sole dietro le meravigliose isole Eolie e, ogni sera, bambini, giovani, ragazzi, anziani, malati, adulti e villeggianti di Rodia e San Saba recitano la stessa preghiera, attendendo la visita del Pastore, e incoraggiano il parroco che, stanco e distrutto come i due di Emmaus, è tentato di mollare e tornare indietro.
Ogni mattina un prete si alza nel deserto e sa che deve correre più svelto per non farsi divorare dalla bestia che lo incalza…poi arriva la notte, con la sue stelle luminose, e il prete pensa: le parrocchie a cinque, quattro, tre, due stelle hanno sempre aiuti, contributi, fiori che marciscono, offerte grosse, eredità, lasciti, doni, 5×1000 8×1000 e se la cavano. E tu, piccolo Lazzaro, cerchi ma non hai neanche le briciole.
Costantino nel 313 non poteva sapere quanto sarebbero costate le manutenzioni delle Chiese, né poteva conoscere i problemi dei piccoli curati di campagna di Bernanos e, quando ufficializzò il Cristianesimo, non conosceva bene il legalismo e la burocrazia italiana, ma pensò di far bene seguendo la mamma Elena, come Gesù a Cana.
In realtà catacombe, cimiteri e case nascoste non comportavano tasse, problemi e preoccupazioni.

Quando la Famiglia, la Chiesa e la Società si svuotano dei Valori umani semplici e sani e ci si incanala nel moralismo, nell’efficientismo, nel fariseismo, nell’ipocrisia, queste diventano solo strutture vuote senza Amore. Uomini di Chiesa, ma non di cuore, come il Samaritano buono che vede, si ferma, cura le ferite, prova compassione, si fa carico dell’altro e lo porta in Paradiso.

Se al Comune non possiamo chiedere solidarietà e Amore (al massimo giustizia e legalità), alla Chiesa di Cristo possiamo e dobbiamo chiedere attenzione, comprensione, impegno per i più piccoli e deboli, solidarietà (le Comunità più grandi e più organizzate perché non aiutano le più sofferenti e dimenticate?) e interventi costanti e concreti.

Ai Sacerdoti e Uomini e Donne di Chiesa, Mons.Domenico Amoroso, messinese, salesiano e Vescovo, consigliava la lettura dell’elogio della follia, di Erasmo da Rotterdam: “le mie vie non sono le vostre, dice il Signore” e il piccolo Davide sconfigge Golia non con la spada e la forza, ma con 5 pietre raccolte sulla spiaggia di Rodia e San Saba, 5 piccole conchiglie che doneremo al Vescovo quando verrà: umiltà, decisione, compassione, verità e carità.

La follia di esprimere quello che ho nel cuore e vissuto in questi 35 anni di servizio presbiterale nella Chiesa che amo e che servo e che, come la Madonna di Cescokowa, ha il volto sfregiato dalla lancia del soldato, come il costato di Gesù in Croce, ovvero dettate dall’amore che ho per i miei parrocchiani e dalla passione mediterranea di noi messinesi colpiti da terremoti e frane. Queste parole siano come le pietre levigate che da bambini tiravamo a fior di acqua: facevano alcuni salti e poi sprofondavano in mare, nel cuore di Dio Padre.”

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