MESSINA. È stato intitolato a Monsignor Antonino Isaja il Salone del Teatro Parrocchiale nell’Oratorio “Gesù e Maria” di Castanea, durante una cerimonia che si è tenuta ieri, in occasione del centenario della nascita dell’ex parroco del villaggio. Un momento che è stato preceduto da una celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo della Diocesi di Messina, Giovanni Accolla, e a cui hanno preso parte, tra gli altri, anche l’attuale parroco del villaggio collinare, padre Vincenzo Majuri, e l’attuale parroco delle frazioni di San Basilio, Badiavecchia e San Marco a Novara di Sicilia, padre Mario Oliva, cresciuto proprio sotto le ali di padre Nino Isaja, che ha guidato la parrocchia di Castanea per 70 anni, fino all’1 agosto 2019, giorno in cui si è spento a 96 anni.

L’occasione, organizzata dalla comunità parrocchiale e dalle famiglie Isaja, Ammendolia e Gringeri – Lotta, ha avuto inizio proprio con la messa che si è tenuta all’interno della chiesa del SS. Rosario, nella piazza del paese, in quanto la chiesa madre, quella di San Giovanni, si trova attualmente in ristrutturazione. Alla celebrazione eucaristica è seguita la cerimonia di intitolazione del teatro di “Gesù e Maria”, nato proprio per volere di padre Nino e di recente rimesso a nuovo grazie anche al lavoro del gruppo giovani “Movimento Nuova Castanea”. Durante l’occasione è stato anche presentato un volume di testimonianze in ricordo del parroco.

Tanti gli interventi, dal parroco del villaggio all’assessore Massimiliano Minutoli, presente all’intitolazione del teatro. Sono stati, inoltre, letti alcuni stralci del volume che ricorda padre Nino, è stato mostrato un video contenente foto e spezzoni che hanno caratterizzato la vita di padre Nino ed è stata scoperta una targa in suo ricordo.

«Spendere qualche parola per presentare questo volumetto è un tributo alla memoria e un debito di riconoscenza verso padre Nino Isaja, che per 74 anni ha servito Dio e la Chiesa nei luoghi in cui il Signore l’ha chiamato a vivere la Sua Parola e a svolgere la sua missione pastorale», ha esordito Tania Gringeri, una delle nipoti.

«L’idea del presente libretto nasce quando, dopo la celebrazione delle esequie, un caro amico rappresentò il suo rammarico per non avere potuto esprimere un ricordo, una frase scritta con cui manifestare sentimenti di stima e di affetto nei confronti del suo “paterno amico” – ha spiegato – In quei momenti di smarrimento, che conosce bene chi ha perso un congiunto, un amico, un maestro, si prese in considerazione la possibilità di mettere a disposizione un taccuino, un quaderno su cui chiunque potesse annotare un breve scritto, un appunto, un nome che di padre Nino testimoniasse a futura memoria relazioni personali, pastorali, ecclesiali».

«Oggi, in occasione del centenario della sua nascita, quell’idea si concretizza attraverso una raccolta di testimonianze di confratelli, suore e laici che l’hanno conosciuto, apprezzato e amato – ha continuato – Siamo profondamente grati a quanti hanno accolto l’invito e consegnato alla memoria l’immagine di un instancabile e fedele Apostolo del Regno, di un Sacerdote di intensa spiritualità eucaristica, di un Pastore che ha conosciuto e chiamato per nome le sue pecore a una a una e che, pur con i limiti e le fragilità della natura umana, ha speso la vita per il suo gregge, sempre sollecito in maniera incondizionata verso le necessità spirituali e materiali dei fratelli».

«Siamo certi che padre Nino in questo momento è con noi, gioisce con i genitori Gaetano e Giovanna e con i fratelli Ignazio e Nunziatina, e continua a pregare per le sue Comunità e per i fratelli che durante la sua lunga vita terrena ha incontrato», ha concluso.

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Chi era padre Nino Isaja

All’avanguardia durante la ripresa economica del dopoguerra, ha rivoluzionato il proprio paese natale, di cui è stato pastore per circa 70 anni (prima è stato sacerdote a Rodia e per un periodo ha guidato le comunità di Castanea e Salice). Nel villaggio collinare ha portato il cinema, ha organizzato campi scuola e colonie, realizzato oratori e, soprattutto, ha portato le suore pastorelle, per cui ha sofferto quando sono state rimosse e per cui aveva fatto costruire un convento, utilizzato anche come asilo.

Padre Nino è stato anche un’attivista per il rinnovamento della Chiesa cattolica, sostenendo il Concilio vaticano II e formandosi a Roma riguardo gli avvenimenti che hanno interessato la Chiesa in quegli anni.

La sua comunità lo ricorda con affetto, come un uomo forte e autorevole sempre vicino al paese e attento nei confronti dei più deboli, dalla parte di cui si è sempre schierato. Grande la sua forza di volontà, che lo ha spinto a guidare i fedeli di Castanea fino alla fine, dimostrando di avere una forza spirituale inesauribile.

Un padre allegro, sempre dalla parte dei giovani che con lui si sono avvicinati alla Chiesa, grazie anche alle sue omelie dove invitava ad ascoltare e ad essere ascoltati, a riflettere, ad essere generosi e a pensare al prossimo prima che a se stessi.

Non si è mai stancato, raccontano ancora i più vicini a lui, ricordando che è sempre stato aperto alle nuove iniziative di carattere liturgico, abbracciando e accogliendo chiunque ne avesse bisogno, dando la vita per la sua comunità e per il suo paese, per cui è diventato un faro.

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