MESSINA. Il provvedimento di sequestro a carico dell’ex rettore Salvatore Cuzzocrea nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi, e i domiciliari per l’ex parlamentare e primario ospedaliero del Policlinico Francesco Stagno d’Alcontres (ironia della sorte, sfidanti per l’ermellino nel 2018), indagato per un giro di mazzette alle case farmaceutiche, avvenuti in rapida sequenza nel giro di una settimana, hanno smosso le acque sonnacchiose del dibattito cittadino E torna la denominazione “Verminaio”, utilizzata trent’anni fa. A farsi sentire sono stati Pd, Cgil, la senatrice di Italia dei Valori Dafne Musolino e realtà civiche. Le due vicende sono ancora in fasi pre dibattimentali: per la prima c’è stato un provvedimento del Gip, la seconda è ancora alla fase di indagine. E per la legge italiana, non si è colpevoli finchè non è stato stabilito oltre ogni ragionevole dubbio, con sentenza definitiva e nei tre gradi di giudizio.

Ancora una volta Messina è travolta da inchieste che, al di là dell’esito di indagini e processi, descrivono un sistema marcio“, spiega un comunicato del movimento Adesso basta. “La città è travolta da un declino che sembra inesorabile: le ragazze e i ragazzi emigrano in massa, molte aziende sono in crisi e i tassi di disoccupazione sono elevatissimi, zone centrali e periferie sono abbandonate, dispersione scolastica e presenza della criminalità segnano la vita di molti quartieri, non c’è una visione dello sviluppo possibile. Di fronte a tutto ciò, e a molto altro, il sistema di potere messinese si conferma malato, corrotto e corruttibile. Oltre vent’anni fa si parlò di “verminaio” e oggi? In una città stanca e svuotata, che sta deperendo sotto l’ombra di un ponte che non c’è, non si trovano neanche le parole per descrivere quello che sta accadendo. Di fronte all’eterno ritorno degli stessi cognomi, delle stesse famiglie, di fronte al continuo perpetuarsi di pratiche che al di là della rilevanza penale evidenziano, come confermano intercettazioni e interrogatori, lo sfregio delle istituzioni e di ruoli e funzioni che dovrebbero essere a servizio della comunità, di fronte alla sfiducia di tante e tante cittadini intorno a noi non possiamo più tacere o restare fermi. Non bastano piccoli accomodamenti, non basta accontentarsi di avere qualche servizio pubblico che più o meno funziona, non basta più l’indignazione. ADESSO BASTA! Messina cambia se cambia Messina. Messina può cambiare se si diffonde una consapevolezza e una responsabilità condivisa nella città, nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nel terzo settore e nel volontariato, nella cultura, a scuola e all’università. La comunità può rialzarsi davvero se decidiamo in tante ed in tanti di farlo”, dichiara Domenico Siracusano, dirigente politico ed attivista, tra i sottoscrittori.
Quindi la Cgil, che, plaudendo l’operato della magistratura, ritiene che “Siamo di fronte a fatti che rischiano di avere ripercussioni sul piano sociale e sul nome di alcune tra le istituzioni e realtà pubbliche più importanti della città e rispetto ai quali non sono più tollerabili ambiguità”, commenta il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti. “Quanto emerge dalle inchieste – prosegue il segretario della Cgil – solleva interrogativi inquietanti e chiama in causa responsabilità che devono essere accertate fino in fondo, senza sconti per nessuno. La vicenda del Policlinico non è un affare privato, ma un bene collettivo di valore strategico per il territorio messinese, che va difeso da operazioni opache e da scelte operate nella zona grigia. È inaccettabile che, mentre si discute di atti, competenze e responsabilità, a pagare il conto siano, come sempre, i lavoratori e le lavoratrici onesti e i cittadini. La Cgil non permetterà che scelte sbagliate vengano scaricate sulla società e su una città che stenta a scrollarsi di dosso l’etichetta di verminaio”.
“Se i fatti narrati nelle agenzie di stampa relativi all’arresto del prof. Stagno d’Alcontres troveranno conferma giudiziaria, allora bisognerà che una volta e per tutte i messinesi aprano gli occhi sulla loro città e la smettano di pensare che tutto si può sempre aggiustare o, al limite, sistemare semplicemente non pensandoci più di tanto credendo al vecchio adagio che così va dappertutto – spiega Dafne Musolino, all’interno di una nota molto più ampia –  Perché no, non va così dappertutto e a Messina le recenti inchieste giudiziarie e le misure cautelari adottate da ultimo proprio con riferimento a due figure apicali del mondo della sanità e della ricerca messinesi, ci impongono una presa di coscienza. Smettiamola di raccontarci la favola che Messina è la città più bella del mondo e cominciamo ad ammettere che Messina è una città per pochi, che offre opportunità lavorative scarse e inadeguate alle figure professionali di cui disporrebbe, dove ogni giorno almeno 10 giovani decidono di andare via perché non hanno possibilità di trovare un lavoro che valorizzi il loro percorso di studi”.
Per il Pd si è espresso il responsabile organizzazione Nino Arrigo: “Il Partito Democratico, da sempre impegnato nella difesa della legalità e dell’etica pubblica, auspica che le indagini in corso possano giungere rapidamente a conclusioni chiare e trasparenti. Solo così Messina potrà tornare a camminare a testa alta, libera da ombre e da narrazioni che continuano a ferirne l’immagine e la dignità. Soprattutto, è necessario ricostruire un clima di fiducia: i giovani, più di tutti, avvertono il peso di una città percepita come priva di prospettive credibili e di opportunità concrete. Anche questa sfiducia li spinge ad andare altrove, impoverendo ulteriormente il nostro territorio. A loro, e a tutta la comunità messinese, dobbiamo il coraggio di un cambiamento autentico, fondato su trasparenza, responsabilità e buona politica”.

 

(foto di repertorio dalle elezioni per il rettorato del 2018)

guest

0 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments