MESSINA. Il comune di Messina dà il via alla sperimentazione del bike sharing a “flusso libero”, una sorta di seconda generazione del servizio di condivisione dei mezzi a pedali, con la pubblicazione di una manifestazione d’interesse per intercettare un soggetto che “sia interessato all’attività di sperimentazione del servizio”, per cinque anni, in maniera complementare al servizio di trasporto pubblico locale.
Di cosa si tratta? A fine aprile, la precedente giunta aveva approvato una delibera che dava il via alla sperimentazione, riservandosi ad emanare successivamente una manifestazione d’interesse, che è arrivata con l’attuale amministrazione.
In cosa consiste il “bike sharing a flusso libero? Se il sistema tradizionale prevede stazioni fisse di prelievo e riconsegna delle biciclette (procedimento che è stato comunque attivato da Palazzo Zanca con i finanziamenti del ministero dell’Ambiente), il bike sharing a “flusso libero”, si legge nella delibera, “aggiunge flessibilità, economicità ed efficienza, non necessitando di stazioni per il prelievo e la riconsegna delle bici, potendo essere le stesse lasciate ovunque consentito, poichè sono individuate tramite sistemi di posizionamento gps e smartphone, con cui si attiva e cessa il servizio”.
Quindi non ci sarebbe più vincolo di prenotazione e luogo di sosta. “Tale innovativa forma di gestione del bike sharing – sostiene la delibera – consente una riduzione dei costi di gestione e pertanto non richiede sostegno pubblico, configurandosi come un esercizio di mercato”. Cosa serve per iniziare?
La pubblicazione di un avviso pubblico per la manifestazione di interesse per individuare il gestore, e un sistema di gestione completamente automatizzato per l’utente che deve poter visualizzare le biciclette disponibili prenotarlo sbloccarla inizio utilizzo bloccato il termine, pagare, segnalare guasti malfunzionamenti comportamenti scorretti da parte di altri utenti, il tutto tramite un’applicazione per smartphone.
Il servizio dovrà essere assicurato continuativamente per tutti giorni dell’anno è garantito per almeno cinque anni e la flotta che ciascun gestore dovrà mettere a disposizione del servizio dovrà essere compreso tra un minimo di 200 ad un massimo di 1000 biciclette, “con un telaio realizzato in materiale ad alta resistenza e solidità, con finiture tali da garantire la protezione da atti vandalici”, specifica la manifestazione d’interesse. In genere, le bici devono essere adatte sia a giovani che anziani, di facile manutenzione ma anche “a prova di furto”, con un sistema di localizzazione gps, ed un sistema di bloccaggio elettronico azionabile da remoto tramite smartphone, in maniera tale che l’utente non sia obbligato a parcheggiare la bici legata ad un supporto tipo rastrelliera.