MESSINA. Quali sono le ragioni che hanno indotto l’Atm in liquidazione ad assegnare dei parametri retribuivi superiori senza una regolare e trasparente selezione interna tra gli altri operatori aventi potenzialmente titolo e interesse a proporre la propria candidatura? Questa l’interrogazione presentata dai consiglieri comunali Felice Calabrò (Pd) e Alessandro Russo (LiberaMe) al sindaco Cateno De Luca, al presidente dell’azienda Pippo Campagna, al direttore generale Natale Trischitta e ai liquidatori.

“Negli anni 2016 e 2017 l’Azienda speciale Atm ha proceduto con degli atti di interpello interni a concedere degli scatti di parametro (differenziali in busta paga) riconoscendo ad alcuni lavoratori del Nucleo di Verifica il passaggio dal parametro 151 al parametro 154, con impegno da parte aziendale di una successiva regolarizzazione dei passaggi”, scrivono infatti, nell’interrogazione, Calabrò e Russo.

“Pur essendo riconosciuti in busta paga, questi passaggi di parametro interessanti il Nucleo di Valutazione non sono stati tuttavia successivamente riconosciuti ufficialmente dall’Azienda, la quale, peraltro, ha proceduto, con ordine di servizio n 17/L del 2708/2019 a firma del Direttore Generale p.t., a riconoscere il parametro nr. 170 a taluni dipendenti che compongono il Nucleo di Verifica, con decorrenza 01/09/2019 e fino al 30/11/2019, riconoscendo la qualifica di “Addetto alla mobilità” – par. 170 – Area Professionale 2° – Area Operativa Servizi Ausiliari per la Mobilità”, continuano.

“Sembrerebbe che tale assegnazione non sia stata eseguita sulla base di un regolare interpello interno tra gli altri operatori aventi potenzialmente titolo e interesse a proporre la propria candidatura – sottolineano i due consiglieri – attraverso una selezione trasparente che fosse esclusivamente basata sulla produzione di documentazione relativa alle attività svolte e al merito di servizio documentabile sul campo da parte degli altri operatori interessati”.

“Alla scadenza del 30/11/2019, l’Azienda speciale Atm in liquidazione ha proceduto alla proroga del riconoscimento del parametro retributivo 170 ad uno o più dipendenti, e tale proroga comporterebbe il prolungamento del periodo per il quale si potrebbe configurare, con potenziale aggravio per le casse aziendali, la circostanza del riconoscimento delle mansioni superiori”, chiosano i consiglieri.

Pertanto, Calabrò e Russo chiedono “se alla data odierna e per il mese di gennaio 2020 sia attualmente ancora riconosciuto in termini stipendiali qualche parametro 170 nei confronti di qualche operatore che, da un punto di vista contrattuale formale risulta a paramento 154, e quali siano le effettive risultanze operative documentabili che hanno giustificato l’assegnazione, e la sua ulteriore proroga, del parametro 170 a qualche lavoratore”.

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