“Le inchieste che, negli ultimi anni, hanno riguardato aspetti centrali della società messinese, non ultima l’operazione “Beta” che ha portato agli arresti di 30 tra professionisti, imprenditori, titolari di società, funzionari pubblici, segnalano una condizione drammatica”, così esordiscono i membri del comitato provinciale di Messina in un comunicato.

E continuano: “La presenza strutturale delle mafie nella società e la pervasività della corruzione nei gangli delle istituzioni sono due elementi che emergono con tutta evidenza dalle indagini, in quest’ultimo ancor più chein altri casi precedenti. 

Al di là delle singole posizioni, e della presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, le risultanze di queste inchieste disegnano un contesto socio-economico profondamente malato. La portata di questi fenomeni non può non essere collegata ai dati sconfortanti dell’economia messinese. Il peso di logiche distorsive nella gestione degli appalti, nel rapporto tra politici o funzionari pubblici e il mondo del malaffare, nella qualità stessa delle imprese e delle istituzioni grava in maniera determinante sulle potenzialità di sviluppo locali.

Corruzione e mafie hanno un costo e lo pagano innanzitutto i cittadini. Sotto la tara di questi fenomeni è impossibile immaginare un serio percorso di riscatto della società messinese.

Di fronte a questo stato di cose il richiamo forte alla questione morale non deve suonare retorico o ideologico ma diventa la necessaria precondizione per immaginare di costruire percorsi di rilancio socio-economici.

Se la società non è in grado di produrre i propri anticorpi, l’intervento della magistratura non potrà che prendere atto delle conseguenze di mafia e corruzione.

Per questi motivi Articolo uno – Movimento democratico e progressista lancia un appello alle forze sane perché, all’interno dei partiti, nella pubblica amministrazione, nelle organizzazioni datoriali delle imprese, all’interno degli ordini professionali perché, in nome della questione morale, si recuperi, anche attraverso la reale attuazione di codici deontologici e comportamentali, la capacità di prevenire il proliferare di un cancro che rischia di uccidere definitivamente la nostra città e la nostra provincia”.

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