MESSINA. A un anno di distanza dalle manifestazioni dell’ottobre 2016, gli studenti messinesi tornano in piazza per protestare contro l’Alternanza scuola lavoro nel corso di una manifestazione nazionale che coinvolgerà settanta città in tutta Italia. Come gli operai che reclamano il salario, migliaia di ragazzi hanno sfilato per le vie del centro per rivendicare proprio il loro essere studenti e non dipendenti di un’azienda o tirocinanti, per di più senza paga.

Nel mirino dei manifestanti le degenerazioni dell’Alternanza Scuola–Lavoro prevista dalla Legge 107 (la cosiddetta “Buona Scuola”), ovvero un modello di apprendimento che prevede lo svolgimento di una parte della formazione scolastica presso un’impresa o un ente del territorio. Concepita per “dare nuove competenze trasversali ai ragazzi dai 15 ai 18 anni”, come ha ribadito più volte la ministra Fedeli, ha mostrato il fianco a parecchie criticità, trasformandosi, secondo le organizzazioni studentesche – che rivendicano un loro Statuto e un codice etico per le aziende coinvolte – in uno sfruttamento gratuito del lavoro.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Unione degli Studenti e ha trovato il sostegno di molte altre liste. Fra le rivendicazioni degli alunni, anche lo stato fatiscente di parecchi plessi, le borse di studio sempre inferiori ai richiedenti, le prove Ivalsi e il numero chiuso degli atenei.
In basso un video realizzato dal Collettivo Fenice in cui i ragazzi spiegano i motivi della protesta:

 

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