RAGUSA. Abuso d’ufficio e concussione. Con quest’accusa è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Ragusa l’ingegnere messinese Giuseppe Chiofalo, 54enne, ex capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Vittoria. Nei suoi confronti la Squadra mobile della Questura di Ragusa ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura del capoluogo ibleo. L’uomo, ex militante della sinistra messinese, esponente Pd dell’area socialista, adesso è ristretto ai domiciliari nella sua casa di Messina.
Nell’ambito dell’inchiesta sono state sequestrate nel Comune di Vittoria diverse pratiche che erano state curate dall’ingegnere indagato prima di essere allontanato dall’Ente. Il professionista era stato rimosso dall’incarico fiduciario dall’attuale giunta comunale per alcuni comportamenti irregolari. La Squadra mobile ha effettuato perquisizioni e interrogato professionisti vicini all’arrestato.
Secondo l’accusa, Chiofalo convinceva i cittadini che si rivolgevano al Comune per ottenere concessioni edilizie a rivolgersi a un ingegnere del suo studio di Catania, intascando laute somme di denaro. Dalle indagini, che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali, è emerso in particolare il caso di una donna che sarebbe stata persuasa da Chiofalo a cambiare ingegnere per presentare un’istanza. La pratica, eseguita da una giovane praticante, sarebbe stata poi protocollata al Comune di Vittoria proprio da Chiofalo che, secondo l’accusa, incassò quasi tutta la parcella del lavoro eseguito dalla giovane collega.
All’indagato è contestato anche l’abuso d’ufficio perché avrebbe fatto giungere a un suo amico un’autobotte di acqua senza rispettare la lista prioritaria. Chiofalo è indagato anche per falsa attestazione, utilizzo di stemmi identificativi di un corpo di Polizia, millantato credito e usurpazione di titoli per avere usato lampeggianti e una paletta di servizio delle forze dell’ordine con la sua auto. Secondo l’accusa l’ingegnere si spacciava per segretario particolare di un parlamentare, col quale aveva avuto rapporti, ma che erano interrotti da anni.
Chiofalo era stato licenziato a metà luglio dall’amministrazione comunale appena insediata. «Sotto la mia amministrazione – ha spiegato il sindaco Giovanni Moscato a La Sicilia – è rimasto in servizio neanche un mese. Non ha superato il periodo di prova, così il suo contratto d’incarico di dirigente a tempo determinato è stato rescisso perché in nemmeno 30 giorni gli sono state notificate 21 contestazioni d’addebito di cui alcune sono finite nel capo d’imputazione che hanno portato al suo arresto».