MESSINA. Due giovani specializzandi dell’unità di ortopedia e traumatologia di COT (Istituto Clinico Polispecialistico di Messina), Domenico Donadio e Pietro Foglia, hanno preso parte al Congresso Nazionale SIOT 2025, uno dei più autorevoli appuntamenti italiani dedicati all’ortopedia, che si è tenuto a Roma nel primo weekend di novembre. I due giovani medici hanno presentato i loro lavori scientifici dedicati rispettivamente alle protesi di caviglia e alle protesi d’anca, frutto di un progetto di ricerca portato avanti negli ultimi mesi in collaborazione con i medici del Centro messinese, grazie alla collaborazione tra COT e l’Università Campus Biomedico, che ha dato vita a una rete formativa che dal Lazio arriva fino in Sicilia.

Il dottor Donadio, prossimo al quinto anno di specializzazione al Campus Biomedico di Roma e in formazione presso COT Messina da quattro anni, ha presentato un progetto dal titolo “Valutazione degli outcomes di protesi totale di caviglia in pazienti affetti da artrosi tibio-tarsica degenerativa: la nostra esperienza a 5 anni di follow-up”. Ha raccontato l’importanza di aver sviluppato uno studio sulla protesi di caviglia, un intervento raro e non eseguito in molte strutture.

Il dottor Foglia, al terzo anno di specializzazione e anch’egli proveniente dal Campus Biomedico, ha trascorso in COT il suo terzo anno formativo ed è stato impegnato in un progetto innovativo dedicato alle protesi d’anca, studiando un software di machine learning in un progetto legato al CNR di Messina. Il progetto è dal titolo “La morfologia femorale nella protesi d’anca. L’impatto del machine learning nella scelta dello stelo”.
“Lo studio si basa sull’analisi dell’anatomia femorale attraverso misurazioni radiografiche, immagini TAC e valutazione degli esiti clinici. Abbiamo applicato il software su un tipo di protesi con follow up a cinque anni e valutato a ritroso quali anatomie femorali rispondessero meglio a quello stelo. L’obiettivo finale è creare un sistema in grado di suggerire, caso per caso, il tipo di stelo più adatto, ampliando poi l’analisi a ulteriori modelli”, ha spiegato.

A coordinare i due lavori è stato il dottor Marco Ferlazzo, Direttore Scientifico di COT Messina e tutor dei due specializzandi. “Con il Campus Biomedico abbiamo un rapporto consolidato: accogliamo i loro specializzandi e li indirizziamo a sessioni a loro dedicate in congressi nazionali, per dare voce al lavoro clinico e alle ricerche che sviluppano qui. Il mio ruolo è quello di lavorare al loro fianco, accompagnandoli passo passo in questo percorso di formazione. In questo caso hanno dimostrato grande maturità professionale e questa è la conferma dell’importanza del lavoro di formazione che si svolge in COT, e sul quale puntiamo da oltre 25 anni”.

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