MESSINA. Anche “Invece del Ponte” prende parola sulla decisione della Corte dei Conti.
Di seguito la nota integrale:
«La scrupolosa verifica di legittimità degli atti relativi al ponte sullo Stretto di Messina operato dalla Corte dei Conti conferma quanto da noi sostenuto fin dall’inizio di questa commedia degli orrori.
Di seguito alcuni dei più significativi rilievi:
1) il progetto approvato non risponde ai requisiti di legge per essere considerato “definitivo”, perché è ancora suscettibile in fase esecutiva di significative variazioni tecniche e di costo;
2) il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici non poteva essere “saltato”, a) per la complessità tecnica del progetto, b) perché il progetto approvato dal CIPESS non è quello su cui il Consiglio Superiore si era a suo tempo pronunciato, c) perché è trascorso troppo tempo (27 anni) dal precedente parere, d) perché il parere del CTS SdM non lo può sostituire;
3) il costo del contratto è cresciuto ben oltre il 50% ammissibile, ed è obbligatorio bandire una nuova gara;
4) ci sono voci di costo non quantificate, mentre altre, pur quantificate, sono indicate come “no computo”: significa che il costo dell’opera è ancora indefinito e dunque la copertura finanziaria non è integrale ed è incerta;
5) le tre varianti introdotte con gli atti aggiuntivi del 2011 (non consegnati alla Corte) non sono validate da organi tecnici;
6) sono stati alterati ex post documenti di gara (clausole di revisione prezzi, prefinanziamento), a vantaggio del contraente privato;
7) la delibera del Governo che stabilisce gli “Imperativi Motivi di Prevalente Interesse Pubblico” , che ha contenuto tecnico e non politico, non è stata sottoposta al preventivo parere di legittimità;
8) sì è introdotta una parcellizzazione del progetto esecutivo, che contraddice il bando di gara e non risponde a prassi e norme esistenti;
9) è cambiata la natura dell’appalto (da project financing a finanziamento pubblico), contraddicendo il contratto (parte integrante dei documenti di gara);
10) si cerca di saltare l’obbligo di “parere previo” della Commissione UE data la VINCA negativa, ma l’interlocuzione con la Commissione non risulta completato.
Tutto ciò viola Direttive Europee e Codice degli Appalti su aspetti non derogabili e principi costituzionali (obbligo copertura costo), oltre che principi di coerenza, logica e assenza di motivazioni. Si tratta di rilievi sostanziali relativi alla legittimità giuridica e contabile del progetto. È il compito che la legge assegna alla Corte dei Conti, e che la Corte ha svolto nell’ambito delle sue competenze e nel rispetto dei termini. O qualcuno ritiene che i controlli di legittimità dovrebbero essere una commedia, giusto per fingere che le carte siano “a posto”?
La Corte dei Conti ha posto domande che non possono più essere ignorate. È tempo che la politica risponda, non con propaganda, ma con trasparenza e responsabilità. Lo Stretto di Messina non ha bisogno di un monumento all’azzardo politico, ma di politiche serie per la mobilità sostenibile, il lavoro e la salvaguardia del paesaggio.»






