PALERMO. Il Consiglio dei Ministri che ha deciso di impugnare la legge regionale siciliana 23/2025 che permette concorsi riservati ai soli medici non obiettori nei reparti ospedalieri dove si pratica l’aborto.

Il motivo è che, si legge sul sito governo.it, “la legge della Regione Siciliana n. 23 del 5/06/2025, recante “Norme in materia di sanità”, in quanto talune disposizioni, eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di ordinamento civile, violano l’articolo 117, secondo comma, lettera l) della Costituzione, nonché i principi di uguaglianza, di diritto di obiezione di coscienza, di parità di accesso agli uffici pubblici e in tema di pubblico concorso di cui agli articoli 2, 3, 19, 21, 51, primo comma, e 97 della Costituzione”.

La legge approvata dalla Regione Siciliana a fine maggio prevedeva che le aziende sanitarie espletassero concorsi dedicati a medici non obiettori, con l’obbligo per le stesse aziende di sostituzione del personale qualora avesse cambiato idea una volta entrato in servizio. Il governo ha impugnato la legge spiegando che l’obbligo di assumere medici non obiettori precludeva ai medici obiettori la possibilità di partecipare ai concorsi. Toccherà ora alla Corte costituzionale esprimersi sulla costituzionalità della legge, che resta per ora in vigore.

Nella provincia dello Stretto, fino al 2022, i medici obiettori di coscienza che avrebbero dovuto occuparsi di interruzione volontaria di gravidanza erano 52 su cinquantatre, il 98,2 per cento del totale

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments