MESSINA. È durata poco l’idea di una Sicilia fuori dallo stato di siccità. A maggio infatti la Regione Sicilia ha ottenuto dal consiglio dei Ministri la proroga dello stato di emergenza relativa alla siccità (Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 115 del 20 maggio 2025). Secondo il verbale dell’ultima seduta dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia (che risale a gennaio 2025, ed è l’unico da allora) infatti: «al momento le previsioni di esaurimento degli invasi, nel caso di assenza di precipitazioni, si aggirano intorno a metà di agosto 2025» per alcuni degli invasi. Se la situazione si sia modificata in seguito alle piogge primaverili e di fine inverno non si sa, dato che dal 24 gennaio l’Autorità non si è più riunita.
E quindi, nonostante il miglioramento della situazione degli invasi siciliani ( e conseguentemente anche del verde sul territorio) però ancora molte aree sono in fase di ripresa dal devastante 2024. Secondo l’ultimo rapporto del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS) infatti «la siccità pesa ancora sugli indici a lungo termine». In soldoni, nonostante uninverno piovoso, a volte sopra la norma, non bastano due stagioni per ricostruire la capacità degli invasi, e l’equilibrio idrico dei suoli.
«Le piogge di maggio – si legge nel report- che in Sicilia sono state quasi ovunque superiori alla norma del mese, anche se con grandi differenze nella distribuzione territoriale, hanno ulteriormente consolidato un quadro di prevalente assenza di siccità a breve-medio termine, senza però modificare i bilanci idrici a lungo termine, che risentono tuttora della eccezionale scarsità di piogge nel secondo semestre del 2023 e nel primo semestre del 2024. Se per le colture a ciclo autunno-primaverile questa situazione si è tradotta in condizioni generalmente favorevoli, consentendo buoni risultati produttivi per le foraggere e i cereali, per le produzioni estive le prospettive restano incerte e ancora condizionate dal decorso del 2023-2024, che aveva impedito l’accumulo di riserve idriche adeguate. Se la dotazione idrica dei suoli risulta infatti quasi ovunque nettamente migliore rispetto allo stesso periodo del 2024, le riserve disponibili per l’irrigazione hanno mostrato nel 2025 un lieve incremento non uniforme e non sufficiente per tutte le aree, determinando peraltro la proroga dello stato di emergenza per il persistente deficit idrico»
Nel dettaglio l’indice SPI a 3 mesi mostra un aumento degli indici sulla fascia tirrenica, che ha beneficiato di cospicue piogge nel mese di maggio, ma vede una diminuzione sensibile dei valori specie sul settore meridionale, evidenziando per ora limitate zone della provincia di Agrigento in stato di siccità moderata. L’indice SPI a 6 mesi vede invece un netto aumento degli indici quasi ovunque, grazie all’uscita dalla finestra di osservazione del mese di novembre, che era stato particolarmente deficitario; non compaiono perciò aree classificate in stato di siccità. Gli indici SPI12 registrano scarse variazioni rispetto ad aprile, mantenendo in evidenza una limitata area della provincia di Palermo in stato di siccità moderata, confermando un quadro con prevalente assenza di siccità significativa nel medio termine. Gli indici SPI a 24 mesi risentono invece pesantemente dell’uscita del piovoso maggio 2023 dalla finestra di osservazione, facendo osservare un calo degli indici un po’ ovunque e mettendo in evidenza, meglio che in aprile, il peso della siccità 2023-2024 sulla situazione attuale delle riserve idriche;
Se si guarda al periodo di due anni, insomma, si nota come non bastino sei mesi di piogge anche abbondanti per ricostruire le capacità idriche: circa la metà del territorio è classificata ora in stato di siccità e molte aree prima in stato di siccità moderata sono ora classificate in stato di siccità severa (SPI compreso tra -1,5 e -2); nel Palermitano occidentale si allarga l’area classificata in stato di siccità estrema (SPI inferiore a -2), in parte corrispondente all’area sottesa all’invaso Poma. Infine l’indice SPI a 48 mesi registra invece variazioni limitate continuando a presentare un quadro articolato, condizionato da alcuni eventi pluviometrici, specie del 2021, la cui impronta è tuttavia difficilmente ritracciabile sul quadro attuale delle riserve idriche disponibili.