MESSINA. «Ho le prenotazioni per due esami importanti di un malato cronico: un esame è stato richiesto il 18 marzo 2025 ed è stato prenotato per il 29 gennaio 2026; l’altro è stato richiesto il 31 marzo 2025 ed è stato prenotato per il 19 febbraio 2026. È un fatto che nel messinese ci sia una vera e propria emergenza liste d’attesa. Un’emergenza che va al di là dei singoli casi, come quello appena menzionato. Ad evidenziarlo sono gli stessi numeri rilasciati dall’azienda sanitaria provinciale di Messina». A parlare è Francesco Previte, presidente dell’Associazione di promozione sociale messinese TDICE ETS – Tutela dei Diritti Imprese e Cittadini Europei, che aggiunge: «Mettendo insieme e analizzando le informazioni pubbliche, e soprattutto concentrando l’attenzione sui casi più gravi, quindi le urgenze, viene fuori una fotografia della situazione che non esito a definire drammatica».

Eppure «per la legge, nei casi di ritardo, rispetto ai tempi massimi fissati, c’è la possibilità di interventi intra moenia ma senza pagamenti aggiuntivi, cioè con il solo ticket o, se si è esenti ticket, a zero costi. Si tratta di un diritto dei cittadini che però viene esercitato raramente. Comunque, per capire bene di cosa si sta parlando – è il caso anzitutto di dare un’occhiata ai dati relativi alle liste d’attesa che il sito dell’ASP pubblica in una pagina dedicata».

Di seguito il resport integrale dell’associazione:

I dati

Nella provincia di Messina nel 2024 ci sono stati 1.107 ricoveri, 122.908 prestazioni in 154 diversi presidi, pubblici e convenzionati, 59.134 prestazioni fissate con il cosiddetto Sovracup (cioè con prenotazione online attraverso il portale regionale), ma solo per 9 mesi perché i dati rilasciati coprono da gennaio a settembre, e, infine, 6.593 prestazioni ALPI (intra moenia, ALPI sta infatti per attività libero professionale intramuraria), ma per 11 mesi perché non sono state rilasciate le informazioni di settembre.

Per il 2025 sono noti i dati dei primi tre mesi delle prestazioni aziendali istituzionali (in totale 31.815) e delle ALPI (1.678) non si trovano quelli dei ricoveri ospedalieri né quelli Sovracup.

Ricoveri

Su 1.107 ricoveri totali del 2024, in 435 casi, pari al 39,2%, non sono stati rispettati i tempi previsti per le diverse categorie di priorità: Priorità A (ricoveri entro 30 giorni), Priorità B (entro 60 giorni), Priorità C (entro 90 giorni) e Priorità D (entro 180 giorni).

«Guardiamo alla categoria A, quella dei ricoveri da effettuarsi entro un mese», dice Previte. «In questa categoria nel 2024 ricadevano 936 ricoveri. In 373 casi, pari al 39,8% del totale, si sono registrati ritardi. Particolarmente critici risultano i tempi di attesa per tre tipi di interventi: Colecistectomia laparoscopica (fuori tempo 26 casi su 46), Endoarteriectomia carotidea (fuori tempo 3 casi su 5), Interventi tumore mammella (fuori tempo addirittura 244 casi su 288, cioè l’84,7% del totale). È chiaro che si tratta di situazioni gravi e gravissime, per le quali non dovrebbero mai esserci ritardi».

Per il 2025, come detto, non ci sono i dati.

Prestazioni aziendali

«Così come per i ricoveri ospedalieri, anche per le prestazioni sanitarie aziendali abbiamo scelto di concentrarci sui casi più gravi, che però sono tantissimi», spiega Previte.

Nel 2024 sulle 13.066 prestazioni categorizzate come U (Urgente, da effettuarsi entro 72 ore) in grave ritardo se ne sono registrate 4751, che equivalgono a più del 36%.

Ma altri numeri danno la misura del problema. Tra le urgenze effettuate in ritardo i tempi di attesa vanno da un minimo di 101 giorni ad un massimo di 276 giorni. Vale a dire rispettivamente da un minimo di 33 volte il tempo prefissato, che, appunto, è di 3 giorni, ad un massimo di 92 volte.

I tempi di attesa superano i 200 giorni in 95 casi (soprattutto ecografie e interventi all’occhio, tra cui rimozione di corpo estraneo) e superano i 100 giorni negli altri 4600 e rotti casi (tra cui tomografie, visite cardiologiche, visite endocrinologiche).

E ancora: su 29.389 prestazioni definite B (Breve, entro 10 giorni) e in grave ritardo se ne sono registrate 13808, pari a quasi il 50% (esattamente 46,9%). I ritardi vanno da un minimo di 101 giorni, ovvero 10 volte il tempo prefissato, ad un massimo di 345 giorni, pari a quasi 35 volte il tempo prefissato.

Tempi di attesa superiori ai 300 giorni per 184 interventi (tra cui ecodoppler ed ecografie), superiori ai 200 giorni per 3313 interventi (tra cui risonanza magnetica e colonscopia), superiori ai 100 giorni per oltre 10 mila interventi (tra cui visite cardiologiche, visite endocrinologiche, visite pneumologiche, visite ortopediche, tomografie, mammografie).

Per quel che riguarda il 2025, nel primo trimestre, sono state effettuate sulle 3.256 prestazionicategorizzate come U (da effettuarsi entro 72 ore). Per il 68% di questi casi, l’attesa è stata di oltre 30 giorni. Nello stesso periodo del 2025 (gennaio-marzo) le prestazioni B (brevi) sono 7.279, di cui, 3.234 casi (44% del totale) hanno un ritardo superiore ai 100 giorni.

Sovracup

Nel caso delle prenotazioni tramite Sovracup, nel 2024, da gennaio a settembre, su 59.134 prestazioni, 2105 sono state definite U (Urgenti), pari appena al 3,5% del totale, e 30905 definite B (Brevi), pari a oltre la metà del totale (52,2%). In ritardo rispetto ai tempi fissati dal ministero sono stati il 63% delle urgenze e il 69% delle “brevi”.

Per il Sovracup i dati pubblicati danno le medie dei giorni di attesa ma non i singoli casi, pertanto non è possibile fare degli esempi precisi. Tuttavia, già l’attesa media consente di individuare le tipologie di prestazioni maggiormente in ritardo. Concentrandosi solo sulle urgenze, si ritrovano casi di una mammografia realizzata dopo 355 giorni, spirometrie dopo 205 giorni, elettromiografie dopo 127 giorni, elettromiografie dopo 125 giorni, ecografie della mammella dopo 113 giorni, visite gastroenterologiche dopo 108 giorni.

Per gli ultimi mesi del 2024 (ottobre-dicembre) e per il 2025 non si trovano i dati.

ALPI (intra moenia)

Nel 2024 (escludendo settembre, per cui non ci sono i dati) sono state effettuate intra moenia 6.593 prestazioni. L’attesa media è stata di circa una settimana (6,2 giorni) e l’attesa massima è stata di 92 giorni. Nel 2025, nei primi tre mesi, sono state effettuate 1.678 prestazioni intra moenia. L’attesa media è stata di circa sei giorni (5,9 giorni) e l’attesa massima registrata è stata di 92 giorni.

«Con tutta evidenza si tratta di attese decisamente inferiori rispetto a quelle delle prestazioni erogate dal sistema pubblico in senso stretto» sottolinea Previte.

“Un nostro diritto”

«C’è una deliberazione recente della Corte dei Conti, la Deliberazione 13 novembre 2024, n. 90/2024/G – spiega Previte – che mette in evidenza due problemi. Il primo è che, in pratica, non si riesce a monitorare la situazione delle liste d’attesa, perché i dati rilasciati dalle Regioni non sono omogenei né ugualmente tempestivi. Il secondo problema è che i finanziamenti dedicati in realtà possono essere stati utilizzati per ripianare i disavanzi sanitari regionali e, solo residualmente, per abbattere le liste di attesa. Se questa è la situazione, ovvero se non si può controllare e se i soldi vengono dedicati ad altro, allora è chiaro che il cittadino sia una vera e propria “vittima” dei tempi d’attesa».

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