Palazzo della Provincia

 

MESSINA. Domenica 15 dicembre si voterà: il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e l’assessore alle Autonomie locali Andrea Messina, hanno emanato il decreto che indice le elezioni dei presidenti e dei consigli dei liberi Consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani e dei consigli metropolitani di Palermo, Catania e Messina. In pratica gli organismi di governo delle ex Province regionali.

Che tornano dalla finestra dieci anni dopo essere uscite dalla porta: dopo la cancellazione nel 2014 da parte del governo regionale dell’allora presidente Rosario Crocetta (più o meno: la questione è più complicata), e il tentativo di reintrodurle praticamente due anni dopo, con nomi diversi, e senza più organi rappresentativi (ma con più o meno le stesse competenze) sono piano piano tornate, prima con i commissari e poi con i sindaci metropolitani le città metropolitane, e con dirigenti regionali a fare da commissari i Liberi consorzi: nessuna delle cariche è stata elettiva.

Quelle di dicembre, però, saranno elezioni di “secondo grado”: il che vuol dire che non saranno i cittadini ad essere chiamati ad esprimersi, ma potranno votare e candidarsi a consiglieri provinciali solo i sindaci e i consiglieri comunali attualmente in carica. Ad Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani si voterà per eleggere presidenti e consiglieri dei liberi consorzi, mentre a Palermo, Catania e Messina, Città metropolitane si voterà soltanto per i consigli metropolitani, col sindaco del comune capoluogo che indosserà di diritto la fascia blu di sindaco della Città metropolitana.

Il consiglio provinciale sarà composto dal presidente e da un numero di consiglieri proporzionali alla popolazione residente: 16 consiglieri se la popolazione supera i 700.000 abitanti, 12 consiglieri per una popolazione tra i 300.000 e i 700.000 abitanti, e 10 consiglieri per popolazioni inferiori a 300.000 abitanti. Il consiglio rimarrà in carica per due anni.

Di cosa si occuperanno i nuovi consigli? Più o meno di quello di cui si occupavano i vecchi consigli provinciali: quindi di pianificazione territoriale provinciale, tutela e valorizzazione dell’ambiente, servizi di trasporto a livello provinciale, gestione delle strade provinciali, programmazione della rete scolastica e gestione dell’edilizia scolastica, l’assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, e il “controllo dei fenomeni discriminatori sul lavoro e la promozione delle pari opportunità a livello provinciale”

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