MESSINA. Una società di cui il rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea è co-proprietario, con l’80% delle quote (8000 quote dichiarate a marzo del 2019), insieme alla moglie (e amministrato dalla madre), ha ricevuto, dallo stesso Ateneo messinese, fatture per pagamenti da oltre 120mila euro. E’ il nuovo caso università di Messina, venuto alla luce dopo quello degli oltre due milioni di euro di rimborsi chiesti dallo stesso Cuzzocrea (che dallo scorso 15 dicembre è anche presidente della Conferenza dei rettori universitari italiani), sollevato dal sindacalista e senatore accademico Paolo Todaro, con tanto di esposto alla procura di Messina, alla guardia di finanza, alla corte dei conti e all’associazione nazionale anticorruzione.
La società, Divaga Srl, con sede a Viagrande, si occupa, da codice Ateco, di “allevamento di cavalli e altri equini” (una passione di Salvatore Cuzzocrea, che è un fantino agonista, con risultati piuttosto prestigiosi nei circuiti di equitazione), ma la descrizione aziendale è più ampia: “trasformazione, commercializzazione, manipolazione, conservazione, valorizzazione dei prodotti ottenuti dalla coltivazione dei fondi, nonchè le attività dirette alla fornitura dei beni e/o servizi, mediante l’utilizzazione di attrezzature o risorse dell’azienda ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio, del patrimonio rurale, forestale e faunisticovenatorio, ovvero di ricezione ed ospitalità”, e ancora “coltivazione di alberi, in particolare, alberi da frutti oleosi, uva e alberi da frutta in genere”.
Proprio per queste attività l’università di Messina si è rivolta alla Divaga per 14 volte nel 2023, tramite acquisti da parte essenzialmente di due dipartimenti, Veterinaria e Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche e ambientali (al quale afferisce lo stesso Cuzzocrea) per un totale di 122.300 euro per forniture di beni e servizi, tra gennaio e settembre 2023, spaziando dalla fornitura di mangimi alla riparazione di strumentazioni, che Cuzzocrea ha spiegato essere materiale per ricerca acquistato “rispettando i parametri di economicità e trasparenza”.