MESSINA. “Saranno avviate tutte le azioni giudiziarie volte a tutelarne l’onorabilità e l’immagine, nei confronti di chi ha reso pubblico il suo nominativo e di chi ne ha consentito la pubblicazione, anche per procurato allarme sociale”. Iniziano le conseguenze, anche su piano penale, delle “liste di proscrizione”, spesso false e imbottite di nomi che non c’entravano nulla, dei gitanti a Madonna di Campiglio, tornati a Messina il 7 marzo (dei quali, su 116 hanno comunicato all?Asp di essere transitati da zone a rischio, ai fini dell’autoquarantena, sono stati solo in 40).

Ad esporsi pubblicamente è Carmelo Buda, che tramite il suo avvocato Vincenzo Ciraolo, spiega di non essersi mai mosso da Messina, e che chi l’ha inserito nelle liste, e quelle liste le ha fatte girare, potrebbe passare un guaio. “Né lui né i suoi familiari hanno fatto parte della comitiva rientrata a Messina giorno 7 marzo e che, nel periodo della dichiarata emergenza non hanno effettuato spostamenti da Messina – ciò anche per rassicurare parenti, amici e pazienti”, scrive Ciraolo.

“Da medico ha svolto la sua attività professionale, osservando tutte le misure necessarie per la tutela sua e dei suoi assistiti. Da cittadino, insieme ai familiari, ha osservato scrupolosamente le restrizioni imposte dai DPCM e dalle ordinanze sindacali susseguitesi nell’arco di queste settimane. Nonostante ciò il suo nome figura tra quelli che avrebbero partecipato alla settimana bianca sia su facebook che sugli screenshot inoltrati con innumerevoli messaggi wattsapp, sottoponendolo alla gogna mediatica e ad un odio sociale senza pari che rischia di danneggiare irrimediabilmente la serenità della famiglia, la sua professionalità e il suo lavoro”, continua il legale.

Quindi l’avvertimento: “Mi corre l’obbligo di significare che, d’intesa con il dott. Carmelo Buda, saranno avviate tutte le azioni giudiziarie volte a tutelarne l’onorabilità e l’immagine, nei confronti di chi ha reso pubblico il suo nominativo e di chi ne ha consentito la pubblicazione, anche per procurato allarme sociale”.

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