MESSINA. Due colossi della telefonia contro il comune di Messina per l’ordinanza, emanata dal sindaco Cateno De Luca il 27 aprile, con la quale era stato disposto il divieto di sperimentare, installare e diffondere sul territorio comunale impianti con tecnologia 5G: Wind e Vodafone si sono rivolte al Tar di Catania per “impugnazione degli atti conseguenziali, con richiesta, altresì, di risarcimento dei danni subiti e subendi“, chiedendo di annullare l’ordinanza e di sospenderne, nelle more della trattazione del ricorso, gli effetti.

Prima Wind/tre (il primo giugno) e poi Vodafone (meno di due settimane dopo, il 12), hanno notificato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale di Catania per far annullare l’ordinanza 133, che all’epoca Cateno De Luca aveva motivato con il “principio di precauzione” e con le “troppe richieste che ci impongono di fermare l’installazione. Non ho le idee chiare – aveva ammesso il sindaco – abbiamo già contattato l’Università di Messina e il rettore Salvatore Cuzzocrea, il quale si è messo a disposizione per avviare una campagna di approfondimento e di monitoraggio. Ma nel frattempo impianti non se ne mettono a Messina. Questa è la decisione”, aveva dichiarato all’epoca.

De Luca sosteneva che “Nonostante la sperimentazione 5G sia stata già avviata, non esistono studi che, preliminarmente alla fase di sperimentazione, abbiano doverosamente fornito una valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivante da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi su quelle esistenti”, spiegava l’ordinanza, citando un parere dell’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente che “conferma la mancanza di un adeguato studio preliminare e di una sperimentazione che sia stata condotta per un tempo sufficiente ad acquisire i valori di campo elettromagnetico generati dalla nuova tecnologia”.

Come andrà a finire? Non si sa, perchè nei precedenti non c’è unanimità di giudizio sulla materia: il 28 aprile, mentre De Luca emetteva l’rdonanza,  Wind vinceva un ricorso contro il divieto di installazione di un’antenna a Giardini Naxos, comune che aveva espresso parere negativo sulla richiesta di autorizzazione e su ogni atto connesso, ma per motivazioni diverse da quelle dell’ordinanza messinese, e cioè per una non conformità dell’antenna alle previsioni urbanistiche dell’ente.

La stessa Wind, però, ad opera dello stesso Tar di Catania, non ha ottenuto la sospensione per un ricorso contro il comune di Sant’Alessio per il diniego sull’installazione di una antenna 5g, con udienza di merito al 5 novembre.

L’incarico di difendere il comune di Messina in entrambi i ricorsi è stato affidato al legale di fiducia di Palazzo Zanca Alessandra Franza. Il compenso sarà di 2170 euro per ciascuna causa, e i pagamenti verranno corrisposti integralmente in caso di risultato utile per l’Amministrazione con compensazione delle spese e ridotti del 20% in caso di soccombenza o se la domanda giudiziale dell’Ente viene dichiarata inammissibile, improponibile o improcedibile.

 

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Anonimo
Anonimo
8 Luglio 2020 20:35

Ora tutti i complottisti cambieranno operatore.
Se sanno che significa.

messinese stanco
messinese stanco
12 Luglio 2020 13:51

E purtroppo non li pagherà Cateno De Luca di tasca sua… andrà tutto a carico della collettività. Vergogna!