MESSINA. Non solo soddisfa pienamente i requisiti di potabilità, ma rispetta anche la quantità consigliata di carbonato di calcio e il livello consigliato di pH, favorendo la diuresi e risultando ideale a chi soffre di ipertensione in quanto leggermente mineralizzata. Queste le caratteristiche dell’acqua comunale di Messina, che per l’80% arriva dalla fonte di Fiumefreddo, in una città in cui la gente continua a comprare l’acqua confezionata nonostante sia stata una delle prime ad accogliere la direttiva “Plastic free”, senza tenere conto che l’acqua corrente è molto più economica.

Una famiglia composta da quattro persone, infatti, spende circa 380 euro l’anno in acqua in bottiglia di plastica, inconsapevole del fatto che l’acqua del rubinetto, che a Messina costa intorno a 0,002 euro al litro, è non solo potabile, ma spesso ha caratteristiche migliori di quella imbottigliata. Inoltre, l’acqua comunale risulta anche più controllata, visto che per legge le verifiche devono essere eseguite almeno una volta ogni tre mesi, mentre le società che possiedono sorgenti per imbottigliare l’acqua la controllano più di rado. L’Amam, invece, esegue i controlli una volta ogni due mesi.

La qualità dell’acqua si misura secondo i parametri microbiologici (che se presenti rivelano una contaminazione fecale), chimici e indicatori, e i valori di ognuno di questi devono rientrare nel range stabilito dal decreto legislativo 31/01 “Attuazione della Direttiva 98/83CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano”, rispettato dal fluido che attraversa la città.

E quindi perché i pallet dei supermercati con sopra le casse d’acqua si svuotano alla velocità della luce? Purtroppo, a volte, l’acqua corrente può uscire non potabile dal rubinetto di casa, ma questo, assicura l’Amam, non è dovuto ad un’erogazione di acqua inquinata, ma all’impianto interno dell’abitazione o per l’accumulo di acqua nelle cisterne private. “Molte persone tendono ad accumulare l’acqua erogata all’interno di serbatoi personali. Questa staticità dell’acqua la fa aumentare di temperatura e di conseguenza le fa perdere la sua qualità. C’è chi, infatti, bypassa questo sistema prendendo l’acqua delle fontane sotto casa, identica a quella che arriva nella propria abitazione”, spiegano infatti dall’Azienda meridionale acque Messina.

“Spesso facciamo delle analisi ai contatori delle abitazioni per verificare se l’acqua erogata dall’azienda è potabile. E così risulta. Qualche volta, però, eseguiamo anche dei test all’acqua che, dallo stesso contatore, arriva al rubinetto dell’abitazione interessata e spesso notiamo che i valori non corrispondono e che il fluido perde la sua potabilità. Questo è dovuto all’impianto idrico privato del residente – sottolinea l’Amam – Noi l’acqua la eroghiamo completamente potabile”.

Di recente, l’azienda ha anche lanciato un bando per la collocazione di dodici case dell’acqua (due per ogni quartiere), che utilizzeranno l’acqua corrente, anche se, evidenzia l’Amam, “Le case dell’acqua non possono e non devono sostituire quella che è la normale e sociale distribuzione idrica delle fontane pubbliche, ma devono solo disincentivare l’acquisto smisurato dell’acqua confezionata. Per questo Amam ha avviato il ripristino delle fontane pubbliche che, ancorché vengano continuamente danneggiate, costituiscono uno degli obiettivi dell’azienda. Inoltre, il costo dell’acqua venduto nelle casette è davvero irrisorio rispetto a quello in bottiglia. Sarà scelta del consumatore indirizzarsi verso le bottiglie del supermercato o verso le case dell’acqua, scelta che oggi non ha. Sarà invece compito dell’azienda – conclude – continuare a sistemare continuamente le fontane pubbliche che, sino a ieri, erano chiuse in quanto divelte o danneggiate”.

Ma cos’è che rende l’acqua di Messina ottima per il consumo umano? Secondo quanto impone la legge, per garantire una buona potabilità, il livello di durezza dell’acqua, che si misura in gradi francesi (F°), non deve superare i 50°. L’acqua comunale che circola a Messina, secondo le analisi dell’Amam, arriva fino a 18°, rientrando fra le acque a durezza discreta. 1 grado francese corrisponde a 10 mg di carbonato di calcio (più il magnesio), ma un’acqua troppo dura può causare incrostazioni di calcare nelle tubazioni e richiede per il lavaggio della biancheria un elevato consumo di detersivi; d’altra parte, un’acqua molto dolce può diventare corrosiva per i tubi in metallo. Quindi, l’acqua di Messina risulta essere all’interno del valore consigliato: fra 8° e 18°.

Un altro parametro che l’acqua corrente di Messina rispetta perfettamente è il pH, utilizzato per indicare l’acidità o la basicità di un liquido. A Messina il valore è 7,18 e rientra fra quelli stabiliti per legge, ovvero non inferiore a 6,5 e non superiore a 8,5. La massima acidità dell’acqua si indica con il valore 0 mentre, al contrario, la massima basicità si ha quando il valore è pari a 14. Il livello intermedio è 7 ed è caratteristico dell’acqua distillata. Generalmente, però, è preferibile un’acqua con un pH superiore a 7 in quanto questa neutralizza i rifiuti acidi che accumuliamo nelle cellule a causa dell’alimentazione e del metabolismo.

Inoltre, un’altra caratteristica è il valore di mg/l dei nitrati, pari a 5, per esempio . Basti pensare che il parametro indicativo affinché l’acqua potabile possa essere destinata ai neonati deve essere minore a 10 mg/l.

Da sottolineare, però, che la scelta dell’acqua dipende anche dallo stile di vita della persona e, oltre al calcio, è necessario tenere in considerazione anche il valore del residuo fisso, che indica la quantità di sali minerali disciolti in 1 litro ma che non devono, per legge, superare i 1500 mg. Dalle analisi dell’Amam risulta che l’acqua che circola a Messina contiene 221 mg di residuo fisso in 1 litro e, quindi, è buona per chi soffre di ipertensione o per chi deve favorire la diuresi, in quanto solo leggermente mineralizzata.

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