MESSINA. Ieri LetteraEmme ha pubblicato un articolo, corredato da grafici e basato su dati ufficiali, in cui si mostrava l’andamento della raccolta differenziata a Messina, concludendo, numeri alla mano, che il traguardo del 65% che era stato fissato entro luglio 2019, dopo un anno non solo non è stato raggiunto, ma si è a meno della metà. Nel pomeriggio, la governance di MessinaServizi ha risposto con un comunicato, sostenendo che “i dati si devono saper interpretare quindi al di là dei convincimenti ideologici e degli impedimenti reali come il Covid 19, i dati confermano trend positivo del porta a porta, siamo società sana e  senza debiti ed entro fine anno arriveremo al 50% differenziata”.

Di seguito il comunicato integrale della società, e in basso la risposta di LetteraEmme.

“Sicuramente la Messinaservizi non è soddisfatta al 100% dei propri progressi ma tanta strada è stata fatta. I dati ed i numeri sui rifiuti possono essere letti asetticamente oppure contestualizzati rispetto ai periodi e le gestioni.  I dati sulla raccolta differenziata possono essere interpretati in tantissimi modi. Sicuramente gli stessi andrebbero contestualizzati in funzione dei periodi e delle gestioni che caratterizzano le azioni amministrative e le iniziative tecniche legate ai servizi. In riferimento alle proiezioni apparse su un quotidiano on line sui dati della raccolta differenziata degli anni 2017, 2018 e 2019, Messinaservizi offre una differente lettura degli stessi. Lo dice il presidente di Messinaservizi Giuseppe Lombardo che aggiunge: La prima lettura è che il dato di riferimento sul quale fare riferimento e da considerare per intero è quello dell’anno 2017. L’anno 2018, in effetti, è caratterizzato da due diversi periodi identificabili da Gestioni Amministrative diverse, una sicuramente fino al 30 giugno 2018 (Amministrazione Accorinti) e una da luglio a dicembre 2018 (Amministrazione De Luca). Solo attraverso una comparazione delle diverse gestioni si può comprendere lo scatto in avanti realizzato da quest’ultima in merito alla raccolta differenziata nella città di Messina.
Il dato medio di raccolta differenziata del primo semestre dell’anno 2018 è stato pari al 14,92% mentre il dato medio di raccolta differenziata del secondo semestre dell’anno 2018 si vede che è pari al 21,13%. Già la sola comparazione tra i due periodi dell’anno, offre quello scatto in avanti la cui dimensione è pari a 6,21% punti percentuali. Bisogna altresì tenere conto che questo dato (+6,21%) è stato realizzato a parità di condizioni tra il primo semestre e il secondo semestre, in quanto uomini e mezzi e disponibili sono stati praticamente gli stessi. Diciamo pure cambio di passo!!! È chiaro, quindi, che la vera comparazione da fare è tra l’anno 2019 e l’anno 2017, ma solo quella dell’anno 2020 dimostrerà per intero i progressi realizzati.
Ma anche in questo caso si deve tenere conto del fatto che nell’anno 2019 (il sistema è stato uguale a quello precedente) non si è arrivati in tempo a modificare tutti i fattori produttivi dell’azienda. Solo a settembre 2019 è veramente iniziata la nuova organizzazione. Comunque un +9,13% rispetto al 2017 dimostra ancora un diverso approccio.
Tuttavia si può fare meglio, infatti il dato medio dei primi 5 mesi dell’anno 2020 è abbondantemente al di sopra del 30%. Bisogna tenere conto di quello è successo, in particolare dell’emergenza Covid 19 e di qualche interferenza prodotta dal Centro per l’impiego di Messina, che ha rallentato l’implementazione della forza lavoro. Obiettivo di quest’anno è quello di poter arrivare entro la fine dell’anno 2020 al 50% di raccolta differenziata su tutto il territorio comunale”.
“Rispetto ai proclami ed agli obiettivi prefissati  – continua Lombardo – non saranno passati inosservati i vari impedimenti trovati per strada, dal Centro per l’Impiego di Messina che ha ritardato di molto le procedure di selezione del personale (salvo poi risultare svolta solo una parte della selezione), la guerra (anche via giudiziaria) degli amministratori di condominio ai quali, alla fine, il TAR Sicilia ha rigettato le richieste, alla resistenza culturale degli utenti domestici e non domestici al cambio del sistema di raccolta. Giova ricordare che questa società è in totale equilibrio economico-finanziario nonostante le competenze economiche previste dal contratto di servizio siano state molto inferiori rispetto al contratto di servizio. I conti dell’azienda sono in ordine ed hanno consentito sia nel 2018 che nel 2019 di poter ridurre i corrispettivi economici a favore del Comune di Messina per un importo complessivo di oltre 1.700.000 rispetto ai piani finanziari approvati, conseguendo, comunque, margini e perfetto equilibrio economico-finanziario. Pur affrontando cospicui investimenti (quasi 7 milioni di euro) e non chiedendo alcun soccorso finanziario al sistema creditizio, i fornitori sono stati tutti pagati.
Stiamo peraltro affrontando nuovi servizi, già previsti nel contratto di servizio approvato dal Consiglio Comunale con l’umiltà e la professionalità dei nostri tecnici e delle nostre maestranze, facendo anche in questo caso investimenti in tal senso. Non abbiamo creato debito e i nostri piani di sviluppo sono stati sostenibili ed in linea con il Piano Economico Finanziario Triennale approvato fino all’anno 2022. Tutta un’altra storia rispetto al periodo 2013-2018 quando i debiti della società partecipata di raccolta rifiuti sono passati da 44 milioni a 110 milioni di euro e diversi ‘profeti’ piemontesi e toscani hanno gloriosamente gestito il settore rifiuti venendo altresì pagati profumatamente con i soldi dei messinesi”.

La risposta di LetteraEmme

Che “i dati vadano interpretati” è un’affermazione che, come dire, si commenta da sé, e quindi non ci sarebbe nemmeno da soffermarcisi su. Giova ricordare che, qualunque sia l’interpretazione (peraltro di dati regionali ufficiali), rimane l’assunto di partenza: il 23,02% di differenziata è poco più di un terzo del 65% che sarebbe già dovuto essere raggiunto da un anno. Promessa, tra l’altro, non sollecitata da nessuno, e annunciata in pompa magna dal socio di maggioranza di MessinaServizi, che evidentemente aveva i suoi motivi per essere tanto ottimista. I dati, quelli da interpretare, spiegano in maniera inconfutabile che l’ottimismo è stato perlomeno avventato, e che a distanza di 365 giorni il traguardo è ancora lontano in maniera netta, denotando quindi o una scarsa capacità di lettura della realtà, o una grossolana sopravvalutazione delle proprie forze (e dei propri meriti), o una deliberata (e fine a se stessa) attività propagandistica.

Non abbiamo alcun motivo di dubitare, inoltre, che nei primi mesi del 2020 la differenziata si sia attestata “abbondantemente al di sopra del 30%”, e che poi la covid-19 l’abbia fatta tornare a livelli più bassi: così fosse, e sicuramente lo è, si tratterebbe del traguardo minimo rispetto a quello annunciato a dicembre del 2018, e ottenuto con un anno di ritardo. Anche qui, niente per cui andare eccessivamente fieri. 

Annotiamo anche il traguardo del 50% entro la fine del 2020, sul quale ci sentiremmo di suggerire un po’ più di cautela rispetto agli incauti annunci ascoltati fino ad ora: restano sei mesi, e si parte da meno della metà.

Sarebbe interessante capire anche quanto e perché abbiano influito le assenze a MessinaServizi, se la società avesse caricato nella sezione “amministrazione trasparente”, come prescrive la legge, i tassi di assenza mese per mese (e quelli trimestrali). Purtroppo, le voci non sono state aggiornate dalla fine del 2019 (periodo di tempo dal quale sono passati sei mesi). Ma è un’analisi che avremo cura di fare quando i dati saranno disponibili.

Tralasciamo, perché non è l’argomento di cui si parla, lo stato dell’igiene cittadina, altro compito sul quale MessinaServizi non ha alcuna medaglia da appuntarsi al petto, anzi.

Questo per quanto riguarda gli “impedimenti reali come il covid-19”. Sorvoliamo anche sui “convincimenti ideologici”, per sfatare i quali basterebbe digitare “rifiuti” nel motore di ricerca di LetteraEmme per sincerarsi dell’assenza di sconti su un tema che di materiale da scrivere ne riserva a sufficienza da sempre, qualunque siano le amministrazioni pro-tempore e le gestioni della società.

Sul resto delle constatazioni, non è nulla che i lettori non abbiano letto all’interno dell’articolo, dove è riportato il tasso di avanzamento delle percentuali, ulteriormente dettagliato, per i più curiosi, dai grafici che rappresentano in maniera inequivocabile l’andamento.

Per ultimo, e per utilizzare una metafora calcistica, all’allenatore e al presidente che promettono lo scudetto entro una stagione, non gli si fanno i complimenti perché la squadra è arrivata a un passo dalla retrocessione. Usualmente se ne chiede la testa (e in genere si è subito accontentati).

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