MESSINA. Il 30% entro marzo 2019 e addirittura il 65% entro luglio dello stesso anno. Sono le percentuali di raccolta differenziata ipotizzate dal sindaco Cateno De Luca sei mesi dopo il suo insediamento al Comune, avvenuto a giugno di due anni fa, e ribadite a fine 2018. A distanza di 18 mesi da allora, le cifre sulla raccolta rifiuti in città raccontano tuttavia uno scenario ben diverso da quello prospettato dal primo cittadino. Ad oggi, un anno esatto dal pronosticato raggiungimento del 65%, la differenziata a Messina non è ancora nemmeno alla metà, anzi è a poco più di un terzo, sebbene da MessinaServizi si sostenga che “negli ultimi mesi (pre covid-19) abbia viaggiato verso il 30%.

La promessa maggiore in tema di rifiuti, risalente a dicembre del 2018, era stata il raggiungimento a stretto giro di posta della soglia prevista per legge: un traguardo, ben lontano dall’essere tagliato (ci è riuscito un comune siciliano su tre, sebbene sia Catania che Palermo riescano a fare peggio di Messina), a cui era legato anche il “premio di produzione” (di dieci milioni di euro) per il 65% di differenziata in città entro il 31 luglio 2019, per il quale il sindaco si è dichiarato persino disposto a ritoccare ulteriormente, verso l’alto, la tariffa a carico dei contribuenti.

A Messina, infatti, le percentuali di raccolta differenziata (partita nel 2010 con l’istituzione, da parte della giunta guidata da Giuseppe Buzzanca, delle isole ecologiche) erano in aumento annualmente già dal 2016, e nel 2017 i numeri presentavano un nuovo significativo incremento, probabilmente per gli sconti sulla Tari applicati dall’amministrazione di Renato Accorinti e l’inizio del porta a porta in alcuni villaggi della zona nord sud. La media di crescita nei due anni precedenti l’amministrazione De Luca era già del +3,10%, che si è mantenuta abbastanza costante nel primo anno di mandato del sindaco, con il passaggio dal 18,70% di raccolta differenziata nell’anno di elezione al 23,02%, quindi con un aumento del +4,32%, contro quello del +4,47% avvenuto tra il 2017 e il 2018.

Il 2019 non vede per tutto l’anno nemmeno il traguardo minimo imposto da De Luca, quello del 30% a luglio, mese in cui la differenziata si attesta a poco più del 22%. E lo stesso traguardo si rivelerà una chimera per tutto il prosieguo dell’anno, dato che non solo la media, ma persino i parziali mensili al 30% non ci arriveranno mai (figurarsi al 65%). Addirittura, dopo il picco di maggio 2019, ci sono cinque mesi di calo con una decrescita fino al -2,1%. Proprio nel penultimo mese dell’anno la situazione sembra riprendersi (a novembre 24,60%) fino a dicembre, quando il tasso di raccolta differenziata raggiunge il 29% mensile: un’impennata che si era registrata anche nel 2018, e che coincide in parte anche con l’esigenza di raggiungere il “monte differenziata” necessario ad ottenere lo sconto per la Tari.

La chiusura in positivo del 2019 è stata probabilmente anche dovuta all’avvio a pieno ritmo della raccolta porta a porta nei primi quartieri della zona sud (da Giampilieri a Larderia) e della zona nord (da Ortoliuzzo a Mortelle), che prosegue nel 2020 arrivando alla zona di Contesse prima e, la scorsa settimana, ai confini del IV quartiere..

A settembre 2018 e nello stesso mese del 2019 si attesta la stessa percentuale di raccolta differenziata (23,10%), mentre a ottobre e novembre (periodo di un mese e mezzo di crisi dei rifiuti che culminò col licenziamento del direttore generale di MessinaServizi Aldo Iacomelli) si registra un periodo di caduta che porterà a terminare l’anno con un 26,70% mensile.

Cifre ancora ben lontane, quindi, da quelle iperboliche ipotizzate due anni fa (e dalle scadenze imposte).

 

Fonte Assessorato Energia Regione Siciliana – Ispra

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