MESSINA. Dopo lo stop alle attività dell’Officina, la discoteca di via  Croce rossa bloccata da un provvedimento del Questore di Messina Vito Calvino, arriva la risposta da parte della direzione del locale. Secondo il comunicato diffuso dalla Questura, la discoteca è stata chiusa per “grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica derivatone, della reiterazione delle condotte incidenti sulla sicurezza dei cittadini”: la Polizia, cioè, aveva notato la presenza in strada (quindi non dentro il locale) di “diverse persone in stato di ubriachezza, alcune delle quali in evidente atteggiamento aggressivo nei confronti del personale addetto alla sicurezza del locale, con l’insorgere, nella circostanza, di liti sedate grazie alla consistente presenza degli operatori delle Forze dell’Ordine intervenuti”.

“Trenta giorni di sospensione a scopo preventivo, questo è quanto il Questore ha deciso di contestarci, così ci ha voluti sanzionare. Con questo comunicato non intendiamo discutere le ragioni che hanno portato il Questore a questa decisione, non è questa la sede, ma alcune precisazioni sentiamo il dovere di farle anche solo per rispondere a tutti coloro che, in questi giorni, ci hanno attaccati gratuitamente”, scrivono dall’Officina.

Non abbiamo somministrato e non somministreremo mai alcool ai minorenni, da tempo in merito adottiamo, nelle serate organizzate dalle scuole, un protocollo di sicurezza, diamo solo consumazioni analcoliche all’ingresso (anche ai maggiorenni), per acquistare una consumazione alcolica al bar è necessario mostrare il documento alla cassa e poi, nuovamente, al barman che lo deve preparare; nessuno può acquistare più di una consumazione alla volta (al fine di evitare che una persona ne possa acquistare per i minorenni), chi prenota una postazione tavolo e richiede la bottiglia di alcolico, non può richiederne più di una in tutta la serata, deve essere maggiorenne e mostrare un documento e se ancora questo non bastasse, se il personale addetto al bar o ai tavoli dovesse accorgersi di qualcuno che cerca di acquistare più consumazioni, facendo la fila più volte, è autorizzato a rifiutare la vendita se pensa che lo faccia per passare la consumazione acquistata ad altri”, precisano.

“Forse non basta a controllare tutti, ma noi la nostra parte la facciamo. Non abbiamo somministrato e non somministreremo mai alcool di scadente qualità o da bottiglie sofisticate o peggio travasate ( la famosa vodka blue!) ai nostri clienti. E infatti non è per questo che veniamo sanzionati! Quanto è successo nel corso del Policlinic Party è spiacevole, ma non può essere considerato responsabilità di chi fa il nostro lavoro”, scrivono. La Polizia, nel comunicato, aveva spiegato che “sette dei ragazzi in stato di alterazione psicofisica da sostanze alcoliche è stato necessario il ricorso alle cure mediche presso il Pronto Soccorso Generale dell’Ospedale Piemonte”.

Credere che il livello di consumo di droghe e di alcolici fra i giovani sia responsabilità di chi gestisce locali notturni, significa non voler vedere o affrontare solo parzialmente il problema. Per quanto dovremo rispondere, se saremo chiamati a rispondere, risponderemo nelle sedi deputate, dove ci difenderemo, sapendo di avere fatto sempre il possibile per rispettare la legge e mettere in sicurezza il nostro pubblico, collaborando con chi la legge ha il compito di farla rispettare”.

“Con amarezza però osserviamo che questa è una città nella quale le testate giornalistiche (alcune almeno) sono state informate prima di noi delle sanzioni cui saremmo andati incontro (oggi per la prima volta ci viene notificato un atto, mai finora ci era stato rilasciato nemmeno un verbale!), una città nella quale si è tentato di screditare e danneggiare gravemente la reputazione e la rispettabilità di un locale e delle persone che lo rappresentano pubblicando, in quasi tutte le testate giornalistiche (anche nazionali), le foto del locale scattate a fine serata sottolineando anomalie che sono invece solo il frutto della normale evoluzione di una serata in discoteca. Siamo imprenditori dell’intrattenimento e dovremmo essere interlocutori di genitori, forze dell’ordine e pubblica amministrazione che vogliono davvero una movida in sicurezza per i loro figli e invece veniamo descritti come loro nemici. Nella speranza che questa vicenda si chiuda presto e che l’Officina possa tornare a fare quello per cui è nata: regalare musica, gioia e divertimento ai giovani rimasti in questa città, ci auguriamo che si apra un tavolo cui prendano parte la Questura, l’Amministrazione comunale, tutte le forze di pubblica sicurezza impegnate a garantire un controllo nel nostro settore e tutti, tutti, i gestori di locali di questa città.
Nella consapevolezza che non è con la repressione che si garantisce la sicurezza dei giovani messinesi, si stabiliscano insieme dei protocolli per garantire una movida in sicurezza e per evitare che in questa città si spengano altre luci.
Che vi piaccia o no ( e a tanti questa idea non piace), l’Officina è una di queste”, concludono dalla direzione dell’Officina.

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