MESSINA. «Vogliamo parlare con il Sindaco. Noi da qui non ce ne andiamo». Sono le 13 di oggi e i rappresentanti dell’Unione Inquilini sono stanchi ed esausti dopo ore di attesa davanti alla porta del sindaco Cateno De Luca, che aspettano ormai dalle 10 del mattino. Sebbene l’appuntamento con il primo cittadino non fosse concordato e il sindaco avesse già programmato la sua giornata, la voglia di confrontarsi per avere finalmente delle risposte è tanta, e con il passare del tempo si trasforma in frustrazione e rabbia. Soprattutto perché dall’ultimo faccia a faccia con il sindaco è ormai trascorso un anno esatto (numerosi invece gli incontri con l’assessore ai Servizi Sociali Alessandra Calafiore). 

Ancora più stanchi ed esausti di loro sono i cittadini che ormai da troppo tempo aspettano risposte concrete che non arrivano: 33 famiglie, ospitate in quattro ex plessi scolastici, costrette a vivere da anni in condizioni disumane, fra topi, sporcizia, umidità, urina e il pericolo costante che le loro “case” possano crollargli da un giorno all’altro sulla testa.

 

 

La lunga protesta dell’Unione Inquilini di Messina è iniziata questa mattina a Piazza Municipio, sede di un breve sit-in al quale hanno preso parte anche l’ex consigliere Gino Sturniolo, Alessandro Russo di LiberaMe e Domenico Siracusano di Articolo Uno (fra i presenti anche Valentina Zafarana, giunta in seguito). Poi l’ingresso a Palazzo Zanca, con indosso delle maschere da “fantasmi”, per far sentire ancora una volta la propria voce e rivendicare il loro diritto a un alloggio.

“Vogliamo parlare con il sindaco”, ribadiscono a più riprese, ma l’attesa è lunga. Per questo decidono di interrompere pacificamente la seduta in VII Commissione, con l’assenso del consigliere Salvatore Sorbello, che chiede all’Aula di far parlare i rappresentanti per esporre le loro ragioni. «Non sono mica dei terroristi. Lasciamoli intervenire», commenta l’esponente del Gruppo Misto, rispondendo a chi chiedeva di chiamare i Vigili e far spostare i manifestanti nel loggione. Dopo l’intervento di Gianmarco Sposito e Antonio Currò, che fanno il punto sulla situazione, illustrando quanto già anticipato nel corso della conferenza stampa di ieri, la protesta si sposta nuovamente nei corridoi.  «Parla di sbaraccamento e non è in grado di trovare 19 alloggi», urla qualcuno, riferendosi al sindaco, mentre alcuni dei 17 bambini ospitati nell’ex plesso scolastico di Cataratti scorrazzano da una parte all’altra del Palazzo.

 

 

Trascorrono le ore e l’attesa prosegue, fin quando De Luca rientra a Palazzo Zanca e dà la sua disponibilità al confronto. «Io sono disponibile e ascolto tutti ma le occupazioni non le gradisco. Non ce n’è bisogno», esordisce il primo cittadino. Nonostante le premesse e la protesta, non c’è però più traccia di tensione e la discussione prosegue pacata, con i rappresentanti dell’Unione Inquilini che illustrano le loro perplessità (in particolare sulla rimodulazione dei fondi Pon) e le loro richieste (incentrate sull’autorecupero, ma non solo), mettendo sotto la lente, nello specifico,  i 176 milioni di euro di fondi “ex Gescal” non utilizzati e assegnati alla Regione Siciliana. «Non vi abbiamo messo in secondo piano», rassicura De Luca, che apre all’ipotesi di autorecupero degli immobili e fissa il prossimo appuntamento al prossimo 8 novembre, quando verrà convocata una conferenza di servizi. L’obiettivo? Far uscire al più presto gli abitanti dalle scuole («Lì non possono stare») e trasferirli momentaneamente (per due anni) in appartamenti da prendere in affitto sul libero mercato (con un canone agevolato), sfruttando le risorse dell’asse 3 dei Pon Metro. Soddisfatti, almeno per il momento, i manifestanti, che dopo anni di “agonia”, proteste e promesse, sperano sia arrivata finalmente “la volta buona”.

 

 

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Thomas
Thomas
18 Ottobre 2019 13:00

e come e´finita? siete stati ricevuti o no? scrivetele le cose invece di fare PROPAGANDA

Thomas
Thomas
18 Ottobre 2019 13:01

Ritiro il precedente commento e mi scuso!