MESSINA. “Quis contra nos? Non diremo mai obbedisco”. È il contenuto dello striscione esposto nella notte, nei pressi della Fiera. da un gruppo di militanti di Gioventù Nazionale Messina a 100 anni di distanza dal 12 settembre 1919, quando un fronte politico a prevalenza nazionalista, guidato dal poeta Gabriele D’Annunzio, occupò la città adriatica di Fiume, contesa tra il Regno d’Italia e il Regno di Jugoslavia.

«Con questa iniziativa vogliamo ricordare una delle pagine dimenticate della nostra storia nazionale, per troppo tempo relegata in fondo ai libri di scuola, se non addirittura omessa.» dichiara Alberto Arbuse, Coordinatore Gioventù Nazionale Messina.

«Con questa iniziativa – commenta invece Fortunato Grillo, dirigente di Gioventù Nazionale Messina ed ex Lega giovani – vogliamo ricordare una delle pagine dimenticate della nostra storia nazionale, per troppo tempo relegata in fondo ai libri di scuola, se non addirittura omessa. A Fiume si misero le basi dell’Italia moderna partendo dalla Carta del Carnaro, capace di mettere a fuoco temi ancora oggi cruciali come la centralità del lavoro, il multietnismo, la questione delle donne e della loro eleggibilità. Si parlava per la prima volta di democrazia diretta, sociale, organica, fondata sulle autonomie e di compartecipazione lavorativa»,

«L’iniziativa – conclude Francesco Di Giuseppe, vice presidente – è stata svolta in tutta Italia, esaltando la figura di D’Annunzio, uomo del Rinascimento nato nell’Europa moderna, che ha finito per intuire e, per molti versi, inventare, il mondo contemporaneo. Come letterato e politico, ha rotto schemi e convenzioni, e ha saputo imporre nuovi sogni ai suoi contemporanei. Agli albori della società di massa, aveva capito che anche per l’uomo occidentale la suggestione passa per l’emozione e l’immagine. Questa iniziativa nasce per celebrare tutto questo e per ricordare quell’Europa libera che, non soffocata dai vincoli di Bruxelles, amava vivere e sperimentare, innovare e allo stesso tempo riscoprire le proprie radici. Gabriele D’Annunzio incarna l’esempio da seguire. Ed è nel suo esempio che abbiamo scelto di ripetere “Non diremo mai obbedisco “: non ci inchineremo mai ai diktat che provengono dall’alto, non è nostra intenzione subire in silenzio scelte altrui».

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