MESSINA. Cateno, siamo stanchi del tuo uso dei social media, di vederti andare contro poveri, subordinati, gente su cui è facile fare campagna elettorale, fare politica per guadagnare consensi. La città, Cateno, è reale: la gente che dorme in mezzo alla strada non ha colpe per il decoro. La città è di tutti, al di là delle razze, al di là dei passaporti”. Così esordisce durante il sit-in contro l’ordinanza antibivacco del sindaco Cateno De Luca, il sociologo Pietro Saitta, manifestazione che contava una cinquantina di partecipanti davanti a Palazzo Zanca e che ha ottenuto un incontro con il vicesindaco Salvatore Mondello e con gli assessori Dafne Musolino e Alessandra Calafiore, mentre il primo cittadino sulla sua pagina Facebook si è dichiarato in ferie.

“La città, Cateno, non è la città degli speculatori, ma di chi la abita e di chi non ha i mezzi per poter accedere ad una casa, e tu, Cateno, sai benissimo che quella gente è un tuo fallimento, delle istituzioni e delle politiche sociali che mancano – ha proseguito – Cateno, riconosci che c’è della gente contro la quale sei andato che ha una testa, dei bisogni, delle idee e che vuole parlare con te per dirti che non ci sta ad essere repressa, non ci sta a sostituire le politiche sociali con la Polizia, non ci sta a stare sui media”.

“Cateno, il supplizio e la gogna sono finite trecento anni fa. Tu non esibisci la gente così, non approfitti della tua posizione, capisci? Scendi o facci salire, guardaci in faccia e apri le orecchie”, ha poi concluso.

“Il suo concetto di decoro non corrisponde al nostro – ha dichiarato l’attivista Daniele David – Questa è una città indecente perché tu non hai niente da dire contro i 15mila alloggi vuoti mentre 4mila tuoi concittadini continuano ad abitare in tuguri. Tu fai il forte con i deboli e poi scrolli le spalle di fronte alla violazione costante delle ordinanze di questa amministrazione da parte dei ricchi, perché tu sei subalterno ai ricchi, perché fai parte dei ricchi di questa città e non conosci i bisogni di chi non ha lavoro, di chi non ha un tetto e di chi è sfruttato.(qui il video di Daniele David e Pietro Saitta) – Non permetterti mai più di umiliare le persone perché questo non è consentito ad un ministro e non è consentito neanche a te, sindaco”. Numerosi, infatti, i riferimenti che in questi giorni lo hanno paragonato al vicepremier leghista Matteo Salvini.

“La vita delle persone è importante: De Luca, la vita dei poveri è importante – ha invece affermato Denis, leader della comunità africana a Messina in quanto presente dal 2013 in città (qui il video) – Siamo vivi come le persone, non siamo animali. De Luca, tu che sei di là capisci bene: noi abbiamo anche quattro e cinque lauree. Noi non veniamo a Messina per distruggere la città, siamo qua per lavorare insieme perché noi siamo liberi. De Luca, se vuoi la pace, hai la forza per averla, non ci criminalizzare perché non siamo criminali”, ha enfatizzato, ricordando al sindaco che gli ha inviato due lettere, “e tu non hai risposto a nessuna di queste perché per te noi non contiamo, eppure io ho la cittadinanza italiana e messinese”.

Infine ha mostrato un suo fratello che è stato ripreso in strada e che ha due figli, uno dei quali si vergogna per l’accaduto. Mentre gli altri due, quelli ripresi dal primo cittadino, “si trovano sotto shock – ha raccontato – De Luca, tu sbagli? E tu paghi, con gli interessi”.

A ricordare al primo cittadino cosa vuol dire essere cristiano, invece, è il padre della chiesa protestante di Messina, Antonio Sturiale, citando il l’undicesimo comandamento: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, “Ma se non riesci ad amare te stesso – ha concluso padre Sturiale – non puoi amare la città”.

Presente all’incontro in aula giunta, una delegazione della comunità africana insieme all’antropologa dell’Università di Messina Giuliana Sanò. Durante la discussione l’assessore Calafiore ha spiegato come aveva già invitato la comunità africana ad un tavolo tecnico tenutosi giorno 14, a cui il gruppo non ha preso parte perché non ha letto la pec. L’assessore ha poi annunciato che, tramite dei fondi regionali, l’Amministrazione proverà a potenziare il centro polifunzionale di via Bisazza, mentre non v’è stato nessun passo indietro sull’ordinanza da parte della giunta.

L’incontro, da ambo le parti, si è comunque dimostrato proficuo e soddisfacente, anche per “chiarire delle questioni che non avevano modo di esistere”, ha sottolineato Mondello.

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