MESSINA. Poco più di ventimila euro per il “service” (quindi allestimento tecnico del palco,  diffusori acustici), 7200 euro per il montaggio dei palchi e le sedie da collocare, poco più di novemila euro per i gruppi elettrogeni per alimentare gli apparecchi elettrici, dodicimila euro tonde tonde di Siae, e trentamila euro e qualcosa come compensi per gli artisti. In totale, il (non esaltante) cartellone artistico dell’estate messinese costerà poco meno di 79mila euro, con cui si pagheranno 58 spettacoli (con appendice di quattro eventi a settembre).

Problema è che il Comune ne ha a disposizione novemila in meno, di euro. Su un totale di 78.792 euro, disponibili nelle casse di Palazzo Zanca ce ne sono 69.500, con una differenza, quindi, di 9292 euro. La soluzione? Nella delibera di giunta che stanzia i soldi non è specificato (e a questi si aggiungono gli 86mila euro necessari per la passeggiata di Vara e Giganti).

Chi sono gli artisti che costeranno di più? Per portare il cabarettista Uccio De Santis a Piazza Duomo, il 2 settembre, Palazzo Zanca spenderà 4400 euro, esattamente quanto costerà il “Messina Folk Festival” alla passeggiata a mare del 14 agosto, mentre Toti e Totino, cabarettisti anche loro, si esibiranno a piazza Unione europea il 27 agosto per 3630 euro. Per mille euro in meno, 2610, nella stessa piazza si allestirà il giorno precedente “Messina cinema 2019”.

Alla passeggiata a mare, il 17 agosto, i “Colatalavica cabaret” saranno pagati 2200 euro, duecento euro in più dei duemila tondi che a Piazza Duomo il 22 costerà lo spettacolo “Dalle lasagne al Broadway” di Gigi Miseferi. I Luna Rossa (cover band di Renzo Arbore, che già di suo fa cover della tradizione musicale napoletana), anch’essi alla passeggiata a mare il 16 agosto, riceveranno un cachet di 1500 euro, mentre il tributo a Raffaella Carrà a Faro Superiore, “Fiesta Carrà” sarà pagato 1100 euro, cento in meno della manifestazione Giocolando del 12 agosto a Piazza Duomo.

Nell’allegato alla delibera con l’impegno di spesa mancano però quasi la metà degli spettacoli, fra cui quello di Pippo Franco. 

 

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