MESSINA. “Sto lavando i vetri delle macchine al Nettuno”. Così il consigliere comunale di “LiberaMe”, Alessandro Russo, scrive sul suo profilo Facebook questa mattina quando, dalle 10, ha iniziato la sua “azione simbolica”, come da lui definita, contro l’ordinanza sul bivacco e i mendicanti.

Camuffato coi ragazzi che lavano i vetri delle auto, lo farò anche io sperando che vengano i vigili a farmi la sanzione per violazione dell’ordinanza”, aveva annunciato ieri.

“La protesta di oggi è un modo simbolico per sottolineare come l’ordinanza approvata dalla giunta De Luca non risolva in alcun modo il problema delle emarginazioni sociali in città. Non si risolvono i gravissimi problemi di decoro urbano cancellando con un colpo di penna su un’ordinanza la possibilità dei tanti disperati che cercano di sopravvivere alla giornata”, dichiara Alessandro Russo.

“La città vive condizioni di igiene, di degrado e di emarginazione che sono strutturali: piazze, vie, spiagge e periferie sono sporche e trascurate. Piuttosto che concentrarsi con ogni sforzo sulla risoluzione di queste oggettive condizioni di abbandono, l’Amministrazione preferisce emanare ordinanze di grande clamore mediatico che fanno facile presa sulla pancia della città ma nascondono dietro il polverone i veri problemi della città”.

“Saremmo bravi tutti a governare così, indicando dei facili “nemici” oggettivi, possibilmente non troppo amati dalla cittadinanza e indifesi. Purtroppo per loro, però, i problemi restano, nascosti sotto il tappeto. C’è un tema: la legge prevede che accanto ai provvedimenti di legalità e di mera sicurezza le amministrazioni debbano affiancare anche piani e progetti di contrasto alla povertà, alle emarginazioni e all’abbandono delle fasce povere. Ebbene: dove sono questi provvedimenti? Stiamo solo leggendo mere dichiarazioni, semplici affermazioni di intenzione e buona volontà ma concretamente non c’è nulla. Prevale la logica repressiva contro i più deboli e politicamente questa deriva non solo non è condivisibile ma va avversata perché i diritti sono tali perché devono essere riconosciuti a tutti, non solo a chi ha le possibilità economiche”, conclude il consigliere.

 

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