MESSINA. Non si placa la guerra tra la governance dell’Atm ed i sindacati, Uil e Cgil in testa, che dopo essere stata combattuta sul fronte dello sciopero (e conclusa con una “tregua armata”, cioè con la sospensione dello stop dal lavoro), si è trasferita sul piano disciplinare. Dopo l’annullamento del provvedimento a carico dell’iscritto alla Uil Paolo frigione (sospensione da lavoro e retribuzione per 15 giorni) per un post su Facebook che l’azienda reputava fosse offensivo, la Uil ha esultato in un comunicato con cui si toglieva qualche sassolino dalla scarpa. Al quale ha prontamente risposto il presidente dell’azienda trasporti Pippo Campagna.

“In merito alle notizie di stampa relative all’annullamento del provvedimento disciplinare nei confronti del dipendente Paolo Frigione si evidenzia come le affermazioni della Uil siano come sempre tendenziose e non adeguatamente fondate sulla verità”, non le manda a dire Pippo Campagna. “Il provvedimento disciplinare non è stato annullato nel merito delle gravissime contestazioni rivolte al dipendente in merito a pesanti ed inveritiere allusioni fatte dal Frigione mediante l’utilizzo di Facebook – spiega Campagna – dove si lasciava immaginare che l’Azienda affidasse servizi all’esterno in modo illegittimo, ma semplicemente è stato annullato per un presunto vizio di forma senza entrare nel merito della violazione disciplinare”.
“L’Azienda, nello stigmatizzare in modo netto il comportamento del Consiglio di Disciplina che, omettendo di decidere nel merito il ricorso del dipendente, ha illegittimamente concluso per l’accoglimento del ricorso, ha già proposto impugnazione davanti al Tribunale del Lavoro al quale ha anche demandato di acclarare perfino la illegittima costituzione dell’Organo Aziendale non regolarmente costituito così come vuole la legge.  L’amministrazione confida nell’intervento del Giudice per ristabilire la legalità del percorso e la verità sui fatti come realmente accaduti”, ha concluso il presidente dell’Atm Pippo Campagna.

La controreplica da parte della Uil non si è fatta attendere, violentissima: “Invece di sproloquiare nel puerile tentativo di negare l’evidenza dei fatti, sarebbe, piuttosto, opportuno che il Cda pensasse a risarcire il lavoratore come previsto dalla legge e come avrebbe dovuto già fare da settimane poiché in caso di mancata ottemperanza presenteremo formale denuncia per danni morali e materiali e stando così le cose anche per mobbing”, hanno affermato Ivan Tripodi, segretario generale UIL Messina, e Michele Barresi, segretario generale UILTrasporti.
“La pezza messa a mezzo stampa da Campagna è, come sempre, molto peggiore del buco. La scelta di aderire al Collegio di disciplina, organo terzo presieduto da una figura di alto profilo scelta dall’azienda, è di esclusiva responsabilità di Atm che non ritiene adeguato l’Ufficio del lavoro, luogo istituzionalmente dedicato a dirimere queste vertenze” hanno continuato i due sindacalisti. “Il Collegio di disciplina è un organo da anni utilizzato, per volontà aziendale, e di certo il presidente del Cda di Atm non può legittimamente promuovere ulteriori ricorsi o delegittimare l’organo di giudizio solo perché non “gradisce” la sentenza emessa. Il giudizio del Collegio di disciplina è vincolante e, pertanto, il presidente Campagna deve rassegnarsi a rispettare le regole. Inoltre, è opportuno evidenziare che nel verbale del Collegio relativo alla discussione sul ricorso avverso la punizione contro il nostro lavoratore, anche l’azienda, rappresentata da tre componenti, ha votato “all’unanimità” a favore dell’annullamento del provvedimento di sospensione del lavoratore ingiustamente punito. E questo aspetto la dice lunga sulla vicenda che non necessita di ulteriori commenti… La democrazia ha le sue regole e i suoi principi che fortunatamente resisteranno anche dopo il passaggio temporale di Campagna e di De Luca“ hanno concluso Ivan Tripodi, segretario generale UIL Messina, e Michele Barresi, segretario generale UILTrasporti

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